Roma, catagolo hard con le foto dei bambini: negata la scarcerazione al prete pedofilo

Roma, catagolo hard con le foto dei bambini: negata la scarcerazione al prete pedofilo
Era meticoloso don Dino, il prete di Fiumicino finito in carcere a maggio per detenzione di materiale pedopornografico. «Unmaniaco dell'ordine», come ha specificato lui....

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Era meticoloso don Dino, il prete di Fiumicino finito in carcere a maggio per detenzione di materiale pedopornografico. «Unmaniaco dell'ordine», come ha specificato lui. Così su ogni foto archiviata nel suo stanzino segreto, accanto alla camera da letto, indicava nome cognome e età del soggetto raffigurato e talvolta i commenti sull'attività sessuale consumata. I ”book” recuperati nel corso delle indagini non gli hanno dato scampo.




In attesa che gli agenti della Polizia Ferroviaria Roma Termini chiudano il cerchio sul giro del sacerdote, all' anagrafe Placido Greco, pronto anche a rimorchiare baby prostituti in stazione, i giudici del Riesame, presidente Gian Luca Soana, hanno respinto la richiesta di scarcerazione e negato i domiciliari in una struttura religiosa.



L'unica misura adeguata è stata ritenuta il carcere, vista anche l'aggravante del quantitativo ingente del materiale porno e pedopornografico: 1686 file ritraenti minori di anni 18, 189 negativi, tre hard disk, due pc, 23 pen drive (ancora al vaglio), e due album fotografici. Uno verde contenente 117 foto di adolescenti nudi (ribattezzati coi nomi dei profeti e di personaggi della Bibbia), il secondo blu con 284 foto, scrivono i giudici, «effigianti soggetti minori nudi con l'indicazione della prestazione avuta con il Greco».



«Catalogo le foto perché sono un tipo molto ordinato e pure perché la carne è debole e provo piacere a rivederle». Le motivazioni del Riesame riportano anche le giustificazioni del prete, facilmente smontabili. «Non è credibile», scrivono i magistrati, «che un ragazzo si rivolga a un prete per farsi fare fotografie pornografiche al fine di ottenere una parte in un film porno».



«Non è credibile che un prete resosi conto che i ragazzi tendevano a dire che erano maggiorenni, quando invece non lo erano, non chiedesse prima di avere rapporti e fotografargli il documento d'identità». «In conclusione», specificano i magistrati visto che in mancanza di prove sul fatto che Greco fotografasse i minori (fattispecie peraltro più grave, in relazione alla quale dovranno essere svolte indagini) appare corretta, allo stato, la contestazione di detenzione di materiale pedopornografico»».



«VI HO AMATO TUTTI» Materiale che il sacerdote sviluppava in un centro fotografico di via Merulana. Intanto nell'archivio del prete, nella sua casa di Fiumicino, erano saltati fuori anche due romanzi. Uno ha particolarmente colpito il pm CristianaMacchiusi e l'aggiunto Maria Monteleone che coordinano l'inchiesta.



Il titolo: «Vi ho amato tutti e mai vi scorderò: Cinquant'anni di sesso 1956-2006». «In quelle pagine» riportano i giudici «l'indagato riporta tutti i suoi incontri sessuali con ragazzini di 14 e 15 anni». «Racconti di fantasia», si è difeso lui. Che là però riporta la sua iniziazione: a tredici anni, in Sicilia, con un prete.
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Il Messaggero