Ponte Nomentano deturpato dai vandali. I residenti di Città giardino, nel III Municipio di Roma, questa mattina si sono svegliati con il loro gioiello storico imbrattato con...
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Resta l'amarezza per uno spregio a quella che è un’opera architettonica risalente all’età repubblicana. Insieme a Ponte Milvio era, nell’antica Roma, uno dei ponti extraurbani più importanti. Addirittura una tradizione locale vuole un incontro su questo viadotto nell’’800 tra Carlo Magno e Leone III.
Lo scempio si sarebbe consumato ieri sera alla fine dell’I-Fest, la manifestazione autofinanziata e organizzata dai centri sociali romani per promuovere la cultura e l’aggregazione, in scena dall’1 al 5 luglio al Parco Nomentano. Ad accorgersi dell’atto vandalico sarebbero stati proprio gli organizzatori dell’evento che avrebbero fermato due ragazzini minorenni mentre erano ancora arrampicati sul ponte. I due, però, sarebbero stati lasciati andare subito perché, a dire di chi li ha fermati, non si poteva chiamare la polizia.
Tanti i commenti sulla piazza virtuale. Secondo un residente: “questo atto vandalico è la conferma sul perché non debbano esserci questo tipo di eventi in parchi pubblici o in luoghi di interesse storico-culturale. Non possono continuare a dare queste autorizzazioni se poi non sono in grado di controllarne la gestione”. E intanto il consigliere di opposizione del III Municipio Francesco Filini presenterà una mozione per chiedere che il Municipio Monte Sacro chieda i danni agli organizzatori dell’evento.
Gli organizzatori dell'iFest smentiscono qualunque coinvolgimento nella vicenda. «Quasi 10mila persone hanno animato una kermesse aperta e adatta a tutti e tutte: famiglie con bimbi, giovani e meno giovani hanno assistito ad un evento culturale, di qualità, totalmente autorganizzato e senza aver ricevuto finanziamenti pubblici né sponsor privati.
Nel condannare l'imbrattamento del ponte Nomentano, gli organittori precisano che «l’episodio è avvenuto fuori la cornice del festival, e noi avevamo il compito di controllare l’interno e non le strade di Roma, e soprattutto siamo stati noi – appena ci siamo resi conto dell’episodio – a fermare i due ragazzini arrampicati sul ponte “armati” di bombolette. Erano minorenni. Cosa avrebbe potuto fare la polizia? Abbiamo parlato con loro, fatto capire l’errore commesso e lasciati andare perché a danno avvenuto non si poteva porre rimedio. E’ un lavoro chiaramente da tecnici essendo il Ponte un monumento antico. Abbiamo subito informato le istituzioni dell’accaduto e siamo pronti a collaborare con la Sovrintendenza anche se – ripetiamo – totalmente estranei al fatto, perché non vogliamo prestare il fianco a strumentalizzazioni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero