Roma, scavalca mura di caserme e ambasciate: arrestato tre volte in poche ore

Roma, scavalca mura di caserme e ambasciate: arrestato tre volte in poche ore
Tre arresti in poche ore, cinque carabinieri feriti e tre "obiettivi" violati in poche ore. L'impresa è di un polacco, Roman Pawel, 42 anni, in Italia senza fissa dimora. I...

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Tre arresti in poche ore, cinque carabinieri feriti e tre "obiettivi" violati in poche ore. L'impresa è di un polacco, Roman Pawel, 42 anni, in Italia senza fissa dimora. I militari lo hanno arrestato per ben tre volte prima che un mgistrato decidesse di tenerlo in carcere.


Tuctto è cominciato mercoledì notte. Il polacco verso le due scavalca la recinzione della caserma dei carabinieri a San Pietro, in via del Crocifisso. Scatta l'allarme, una èpattuglia arriva sul posto e il polacco viene fermato. L'uomo prima dell'arresto si ribella e ingaggia una scazzottata coi carabinieri. Morale: viene arrestato per introduzione clandestina in luoghi militari. La mattina successiva il processo per direttissima. Il giudice lo condanna, ma lo libera.



Appena torna l'oscurità, Pawel decide di tornare all'attacco. Alle 3.30 scavalca il muro di cinta della caserma dei carabinieri dello scalo Tremini in via Marsala. Anche in questa occasione, però, viene visto. Lui non si rassegna, tenta di reagire, ma viene placcato. La mattina successiva nuovo processo. E nuova condanna. Sei mesi la cindanna inflitta dal giudice, che sospende la pena e lo libera.



Passano poche ore. Verso le 18 del pomeriggio, il quarantaduenne polacco torna alla carica. L'obiettivo stavolta è l'ambasciata britannica in via Palestro. Scavalca il muro di cinta che consente l'accessoai giardini. Ad intervenire è la vigilanza armata e i carabinieri della stazione Macao. I due militari, però, fatiacno ad arrestarlo, perché l'uomo reagisce ancora una volta violentemente, spedendo entrambi al pronto soccorso.



Scatta un nuovo arresto. Il pubblico ministero stavolta, dopo aver letto il rapporto dei militari e i precedenti del polacco, decide di arrestare e associare a Regina Coeli il quarantaduenne. In attesa del processo che lo vedrà imputato per la terza volta (in poco più di 24 ore) di introduzione clandestina e violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Ancora ignoto il motivo per cui il polacco abbia deciso di violare con così tanta insistenza luoghi considerati obiettivi sensibili. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero