Roma, sulla pizza super-costosa si litigava già venti anni fa dai due fratelli Picchioni

Sulla pizza super-costosa si litigava già venti anni fa dai due fratelli Picchioni
A Roma non succede mai niente di nuovo, perché tutto è già successo prima. È inevitabile quando alle spalle hai secoli di storia. Prendiamo la disputa...

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A Roma non succede mai niente di nuovo, perché tutto è già successo prima. È inevitabile quando alle spalle hai secoli di storia. Prendiamo la disputa sulla pizza a 60 euro nel famoso locale di via Veneto. A molti, tra i romani non più giovanissimi, è riaffiorato alla memoria un precedente: la celebre e controversa pizza di via del Boschetto. Fino a una ventina di anni fa, in un localetto poco appariscente del quartiere Monti, ben prima di Briatore i due fratelli Picchioni offrivano si fa per dire la loro pizza a cifre che sarebbero spropositate persino adesso: sulle 50 mila lire, 25 euro circa. Nonostante i prezzi, il ristorante era sempre pieno. Anche allora ferveva il dibattito, che curiosamente ora è ripartito tale e quale come riflesso delle discussioni su Briatore. C'è chi se la ricorda come una truffa, chi invece ritiene che valesse la pena spendere quelle somme per una pizza unica a Roma, soprattutto in quegli anni, quando ancora non erano arrivate le pizzerie napoletane. Invece della solita margherita fina (unica variante: con alici o senza) i due Picchioni sfornavano pizze alte e soffici, dal condimento ricchissimo, che magari non includeva il prosciutto pata negra, ma che potevano essere divise anche tra più persone e bastavano per un pasto. Qualcuno chiude la polemica ricordando la regola aurea: «Non siete interessati alla pizza extra-lusso? Ieri come oggi, non siete obbligati ad andarci».

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Il Messaggero