Roma, pini killer: sos ignorati, otto dipendenti comunali indagati

Roma, pini killer: sos ignorati, otto dipendenti comunali indagati
Nessun intervento per evitare che gli alberi pericolanti cadessero a causa di venti eccezionali. Nessuna valutazione del pericolo nonostante fosse stata diramata l’allerta...

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Nessun intervento per evitare che gli alberi pericolanti cadessero a causa di venti eccezionali. Nessuna valutazione del pericolo nonostante fosse stata diramata l’allerta meteo dal 22 al 24 febbraio del 2019 a motivo di una potente burrasca. Tradotto significa un’unica cosa: non aver messo in sicurezza i cittadini romani. Sono durissime le accuse che il pm Andrea Cusani muove agli otto indagati nell’inchiesta, appena chiusa, sul crollo degli alberi: centosettanta in tre giorni, compresi i rami che si sono staccati e hanno causato danni ad auto, terrazzi di appartamenti e sopratutto alle persone.

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Nell’inchiesta per disastro colposo e lesioni stradali figurano anche dei nomi di rilievo come Stefano Castiglione, capo di gabinetto della sindaca Virginia Raggi, Diego Porta, numero uno della protezione civile di Roma, Marcello Visca e Antonio Odoardi rispettivamente direttore e funzionario del dipartimento tutela ambiente. Tutti componenti del C.o.c. (Comitato operativo comunale), deputato a gestire anche i casi di emergenza.


LA VICENDA
L’inchiesta era nata dal crollo di un pino che ferì due persone, una ebbe danni permanenti, in viale Mazzini il 25 febbraio 2019. Ma alla fine il pm ha riunito tutti gli altri casi che si sono verificati in quei giorni in un unico fascicolo. 
Tre giorni di bufera sulla Capitale che hanno contribuito a fare luce sulla gestione “superficiale” dell’alberatura pubblica. Ebbene la società, la Bonifico Group Srl, aveva inviato al C.o.c. la documentazione degli alberi loro assegnati il 22 gennaio 2018. Secondo gli inquirenti vi era la «formale segnalazione di complessivi duemilaquattrocentosessantasei interventi da eseguire in emergenza per pericolo imminente di cedimento». Di questi era necessario abbatterne in emergenza 422, come sollecitato dall’appaltatrice l’8 giugno 2018. Ma gli interventi, accusa il magistrato, sono stati eseguiti «in minima parte».

 

 
LA BURRASCA 
Ma non è tutto. Infatti i membri del comitato, secondo la tesi dei pm, non hanno preso «in considerazione i segnali di pericolo per l’incolumità pubblica particolarmente derivanti dall’effettiva e progressiva concretizzazione del “rischio specifico” di cedimenti strutturali delle alberature, segnatamente in considerazione dei molteplici e diffusi eventi di “caduta rami e abbattimento di alberi in carreggiata” che “medio tempore” andavano verificandosi, pur nella consapevolezza della grave situazione meteorologica in atto sul territorio della Capitale a partire dal mattino del 23 febbraio 2019».

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Infine sempre i componenti del Comitato operativo comunale, scrive il pubblico ministero Cusani nel capo d’imputazione, anche quando hanno avuto contezza dell’emergenza, hanno omesso «di informare tempestivamente la Sindaca e di sollecitare l’adozione da parte della stessa, in veste di autorità Locale di Protezione Civile, di immediate e concrete iniziative». 
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Il Messaggero