Roma, beffa a piazza Vittorio: Ama multa i negozianti che puliscono i portici, sfiorata la rissa

Rissa sfiorata ieri mattina. I commercianti: "Volevano multarci perché non facevamo la differenziata"

Roma, beffa a piazza Vittorio: Ama multa i negozianti che puliscono i portici
Beffati e multati. I commercianti e i residenti dell'Esquilino non hanno mai smesso di invocare da Municipio, Comune e Ama una corretta pulizia di piazza Vittorio e dei suoi...

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Beffati e multati. I commercianti e i residenti dell'Esquilino non hanno mai smesso di invocare da Municipio, Comune e Ama una corretta pulizia di piazza Vittorio e dei suoi portici assediati dal degrado, dieci giorni fa l'ultimo appello a cui è seguito un incontro con l'assessore alle Attività produttive del I e i vertici di zona della municipalizzata all'ambiente, quindi sono arrivati i nuovi cassonetti per l'immondizia e la promessa di maggiore attenzione e più interventi. Ma mentre sporcizia e rifiuti sono rimasti a terra insieme ai segni di bivacchi di ubriachi e tossici e ai soliti odori nauseabondi, ecco che ieri mattina in piazza si sono palesati gli accertatori dell'Ama e per poco non si è sfiorata la rissa.

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IL PARADOSSO
Motivo? Invece di prendere di punta o segnalare chi gettava di tutto per la strada o sui marciapiedi, hanno tentato di multare un commerciante che, scopa e paletta alla mano, stava spazzando l'area sotto i portici per poi buttare quel che aveva appena raccolto nel secchio della indifferenziata. Il negoziante si è opposto, altri cittadini sono intervenuti, ne è nata una lite, finché non è stato chiamato lo stesso assessore e in men che non si dica si sono materializzati anche degli scopini dell'Ama. «È assurdo - spiega il dottore Giuseppe Longo, lo storico farmacista di zona - come ogni giorno sotto ai portici c'era di tutto: bottiglie di birra vuote e altre di plastica miste a cicche di sigarette, cartacce unte e anche escrementi. E come sempre mi sono premunito di ramazza per rimuoverli. Un lavoro che dovrebbe fare Ama e anche con assiduità e puntualità. All'improvviso è spuntato quell'uomo, in borghese, con un tesserino al collo e una cartellina con dei fogli alla mano. Mi ha chiesto i documenti, dicendo che doveva multarmi perché non stavo differenziando. Io, come tanti altri, sono mesi, anni, che scrivo e mi sgolo per chiedere che piazza Vittorio non sia abbandonata al degrado. Quando mi ha chiesto i documenti pensavo di essere su Scherzi a parte».


INSOLITA SOLERZIA
Nel giro di pochi minuti sulla piazza si ritrovano altri negozianti, uno di loro scatta una foto per immortalare l'incredibile momento: «Quando ho capito - racconta - che stavano multando il dottore invece di guardarsi intorno e andare a pescare chi la piazza la sporca ogni giorno, mi sono sentito anche io preso in giro da tanta solerzia». Qualcuno chiama il capo area dei netturbini, altri si appellano all'assessore Stefano Marin. Alla fine il verificatore recede, anche perché nel frattempo per non incorrere nella multa, il farmacista è costretto a rimettere tutto dov'era, bottiglie di birra comprese. «Non era davvero il mio compito. Se mai di chi è pagato per farlo», allarga le braccia furioso il farmacista.


Nel frattempo, a piazza Vittorio, come per miraggio appaiono scopini e furgoncini dell'Ama, uno dei mezzi «addirittura», come sottolinea un altro residente, pulisce la strada con il getto d'acqua. «Dovrebbero farlo ogni giorno», i commenti. Gli operatori passano, ma le bottiglie rimesse a postodal farmacista che stava per essere multato sono ancora là: nessuno le ha tolte. C'è di più. A Fabio Antonelli, ristoratore di via Guglielmo Pepe giorni fa è stata staccata una multa da 140 euro: «Sono passati i vigili, hanno detto di avere trovato una cicca nell'organico. Ma è ridicolo: l'Ama neanche passa a ritirare l'immondizia. Il barista vicino, invece, è stato sanzionato per 270 euro per una buccia d'arancia smaltita non correttamente. Eppure io ho visto con i miei occhi gli operatori raccogliere dei bustoni e mettere tutto selvaggiamente nell'indifferenziata». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero