Roma, Campidoglio vende sampietrini Piazza Venezia: la strada sarà asfaltata

Roma, Campidoglio vende sampietrini Piazza Venezia: la strada sarà asfaltata
Sampietrini bye bye, costa troppo mantenerli, sono un'insidia per auto e moto, fanno rimbalzare le gomme e anche il rumore. Via i tradizionali «serci», almeno dalle strade...

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Sampietrini bye bye, costa troppo mantenerli, sono un'insidia per auto e moto, fanno rimbalzare le gomme e anche il rumore. Via i tradizionali «serci», almeno dalle strade di passaggio. Il sindaco ha più volte rilanciato il progetto di confinarli nelle zone pedonali, liberando i percorsi più trafficati dai blocchetti di leucitite a cominciare da via Nazionale. Adesso in Campidoglio è allo studio l'ipotesi di portare l'asfalto anche a piazza Venezia già piuttosto malmessa a nemmeno due anni dall'ultimo restyling. L'idea innovativa è quella di pagare i lavori con gli stessi sampietrini, considerandoli una risorsa, un bene da vendere. La ditta chiamata a interviene per rinnovare la piazza acquisterebbe in pratica i blocchetti per farne ciò che crede, anche rivenderli come oggetti d'arredo, souvenir. Una gara al rialzo, insomma, se l'aggiudicherebbe la ditta che li paga di più. Nei 170mila metriquadrati di piazza Venezia ce ne sono in gran quantità, c'è da solo da calcolare il valore.




In Cina i sampietrini hanno un grande appeal e pare che ci siano ditte laggiù interessate a mettere le mani sulle pietre laviche del centro storico della Capitale. Una parte dei «serci» rimossi verrebbe comunque riutilizzata nelle isole del centro storico chiuse al passaggio delle auto e che manterrebbero comunque la tradizionale pavimentazione.



Il dibattito Per mantenere un segno del passato, non tutta piazza Venezia sarebbe ricoperta d'asfalto. Lungo i marciapiedi resterebbe una cornice di blocchetti così da ricordare la storia senza però disturbare il passaggio delle macchine e condannare la piazza ad essere un percorso a ostacoli.



Marino è convinto che sia ormai tempo di mandarli in pensione, «Le strade ad alta viabilità e percorrenza come via Nazionale ritengo che non abbiano bisogno dei sampietrini mentre questi sono un carattere distintivo di aree pedonali come piazza Navona, piazza del Pantheon e via dei Fori Imperiali», ha ripetuto qualche settimana fa. «Va fatta una riflessione sul diverso uso.



Le aree pedonali devono essere preservate anche con la cura dei sampietrini, le aree ad alta percorrenza, dove passano mezzi pesanti, quelle probabilmente devono essere asfaltate». Troppi i difetti dei blocchetti simbolo di Roma: difficoltà di manutenzione, capacità di tenuta inferiore agli altri lastricati, problemi di rumore perché rimbombano nel sottosuolo. Meglio l'asfalto fonoassorbente, quello realizzato con copertoni riciclati. Qualsiasi progetto di sostituzione deve però essere concordato con le Sovrintendenze.



Un'eterna diatriba, quella sampietrini sì o no, che si ripropose anche in occasione dei lavori in via Nazionale cinque anni fa. Vinse il partito conservatore allora, i nostalgici ebbero la meglio salvo poi patire avvallamenti, scivolamenti da pioggia, forcelle piegate, brutali sobbalzi.



Papa Sisto V non ce l'aveva con nessuno quando diede ordine di lastricare piazza San Pietro con i sampietrini. Anzi lo fece per ragioni di sicurezza: la sua carrozza rischiò di ribaltarsi sul sentiero disconnesso. Non poteva certo immaginare, il Pontefice, che cinque secoli dopo Roma sarebbe stata ancora alla prese con la manutenzione della pietra lavica e i progetti per rimuoverli. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero