Una desolazione desertica accompagna il respiro del gigante sdraiato in un vuoto quasi ipnotico che non lascia spazio all'immaginazione. Sonnecchia, solleva una palpebra come...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
INCURIA
«La piazza è vuota, non è vissuta ed è normale che ci sia degrado, anche perché controlli non ce ne sono, i vigili? E chi li vede più - dice Roberto Tomassi, presidente dell'Associazione Residenti Campo Marzio i negozi in un certo senso sono piccoli presidi, attraggono gente e impediscono la morte sociale dei luoghi». Tomassi spiega, ad esempio, che «lo storico negozio di nautica Dentice si è trasferito da circa un anno in via Muzio Clementi (zona piazza Cavour) e le pareti della piazza ormai sono serrande abbassate e davanti ci vivono clochard». Soprattutto se la favela nasce indisturbata davanti al sepolcro circolare fatto edificare dal primo imperatore di Roma. Nella piazza spopolata si raduna la città invisibile, quella dei senzatetto che a Roma sono circa 8mila. C'è un'anziana che ha costruito un riparo foderando di cartoni una transenna, un uomo rannicchiato dentro una coperta celeste, scarpe spaiate in un angolo. Sono dell'Europa dell'Est, qualcuno egiziano.
SICUREZZA
I senzatetto abituali sono 4-5, ma quando fa molto freddo o piove il lastricato dei portici si trasforma in un letto per almeno 15 disperati. I volontari della Croce Rossa ogni martedì assistono i clochard, portano pasti caldi e coperte per scongiurare la morte per stenti, quella che i primi giorni di gennaio ha colpito, ad esempio, un uomo di nazionalità marocchina sotto ponte Duca D'Aosta, un somalo in via Magenta, a Termini, un romeno alla stazione Tuscolana. La disperazione delle vite senza volto che spesso rifiutano l'assistenza si accompagna al degrado che inghiotte la piazza. Dopotutto se un posto non viene vissuto le ombre della città conquistano gli spazi. Sono un migliaio i posti per i senza tetto offerti dal sistema ordinario di accoglienza capitolina, ai quali si aggiungono quelli istituiti dallo zoppicante Piano Freddo (381 per il giorno, 246 per la notte). La fontana di marmo intanto è diventata una discarica: dentro ci sono addirittura due barili ammaccati dalla ruggine. «Serve più sicurezza - dice Anna S. residente - la piazza è troppo isolata, la sera ho paura». Prima o poi il gigante che sonnecchia risplenderà in una piazza alla sua altezza. In attesa, si salvi chi può.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero