Roma, i pappagalli "invadono" Villa Borghese fra colori e cinguettii

Hanno le piume color verde o color blu, il becco rosso o giallo, amano vivere sugli alberi in nidi, sono simpatici e sono bravi a imitare i versi degli altri uccelli e se tenuti...

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Hanno le piume color verde o color blu, il becco rosso o giallo, amano vivere sugli alberi in nidi, sono simpatici e sono bravi a imitare i versi degli altri uccelli e se tenuti in cattività imitano molto bene la nostra voce, ripetono parole e intere frasi, per questo molti li tengono in casa e sono: i pappagalli. Da qualche tempo sono aumentati e hanno invaso Villa Borghese. Si chiamano parrocchetti e sono di due specie: monaco originario del Sud America, e il parrocchetto dal Collare, proviene dall’Asia minore.


«Sono le due specie di pappagalli che hanno colonizzato non solo Roma ma la maggior parte delle città europee. Probabilmente si è trattato di liberazioni dovute a situazioni di commercio illegale per non essere colti in flagranza. È improbabile infatti che la colonizzazione sia iniziata per il rilascio di qualche esemplare di privati» spiega Francesca Manzia, responsabile  Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU, Lega protezione uccelli, di Roma.

Da quasi 15 anni è  iniziata la colonizzazione: sono comparsi prima nelle aree verdi come Villa Borghese o il Parco della Caffarella dove hanno nidificato e ora stanno invadendo tutta la città, giardini, parchi e quartieri da Roma Nord a Roma Sud.

Ed è proprio l’adattabilità la caratteristica principale del parrocchetto che ha consentito loro di vivere così bene nel nostro  habitat. Chi decide di fare una passeggiata per Villa Borghese, di pedalare in  bici, o fare sport non può far a meno di notare il loro cinguettio e di come si spostano rapidamente da un albero all’altro. Il parrocchetto da collare vive nei buchi degli alberi dove fa il nido, mentre il parrocchetto monaco sceglie la propria casa in colonie dove crea una sorta di condominio con più nidi osserva la Responsabile della Lipu.

Antonio Rossi, che frequenta il parco da molti anni afferma: «Saranno 10 anni che sono aumentati considerevolmente sono sempre di più. Sono uccelli molto addomesticabili mi ricordano il pappagallo che avevo da piccolo, mi seguiva sempre e ora quando mi trovo a Villa Borghese il loro cinguettio me lo ricorda». Tanto che questo signore andava in giro portandosi un pappagallino trovatello sulla spalla. Quest'ultimo ripeteva continuamente il nome che gli aveva dato.


A rischio può essere la biodiversità, un problema di convivenza ad esempio con il Picchio Rosso, assiduo abitante di Villa Borghese, con i passerotti invece ci sono solo problemi di cibo. L’aumento dei pappagalli, che sono una specie esotica e non comune in città ha spinto la Lipu, lega italiana protezione uccelli, ad effettuare uno studio, che ancora non è stato terminato, ma ha l’obiettivo di contarli, mapparli, capire in che zone vivono maggiormente e limitarne la riproduzione, come è stato fatto con i gabbiani. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero