Incubo cinghiali. Ormai da maggio abitano in pianta stabile in città, anche loro, insieme a famiglie e bambini. E seminando il terrore, ovviamente. Come è successo...
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Lui come tanti altri genitori da Monte Mario a Spinaceto e Casal Brunori, dove i cinghiali si muovono in branchi di sette otto esemplari e nei mesi scorsi hanno già attaccato sette cani che hanno riportato ferite profonde. I mancati sfalci e l'immondizia non raccolta sono le principali cause dell'arrivo dei cinghiali. I residenti sono esasperati, vivono barricati nel condominio e raccontano scene poco urbane e molto al limite: «È capitato che gli adolescenti si difendano arrampicandosi sugli alberi, ma vi rendete conto? Nessuno esce più da solo, abbiamo una chat condominiale: se li avvistiamo ci avvertiamo ma è diventata una situazione insostenibile», racconta Veronique Burrascano, una residente di Spinaceto in via Stame.
LA RICOSTRUZIONE
Ma ricostruiamo quello che è successo sabato a Ernesto e al suo neonato. Stavano facendo una passeggiata per prendere un po' d'aria. Due passi normalissimi spingendo il carrozzino con la sua bimba di venti mesi dentro. Un gesto ordinario e semplice che si è trasformato in un incubo per Ernesto Calì, residente a Spinaceto dal 2014, gli ultimi due passati a convivere gomito a gomito con i cinghiali.
Ernesto stava percorrendo la strada che dalla chiesa di san Giovanni Evangelista va verso casa sua. È arrivato davanti al commissariato di polizia di Spinaceto. A un certo punto, da lontano, vede un gruppo di persone che si sbraccia verso di lui e gli lancia dei segnali aprendo e chiudendo gli arti vistosamente e indicando di raggiungere l'altro lato della strada. Non sono dei saluti, pensa subito, visto che i movimenti sono piuttosto convulsi. È un allarme, infatti. Si gira, guarda dietro di se e poi attorno ma non vede nulla. Solo poco dopo nota due cinghiali di grossa taglia attorniati da cinque cuccioli che lo ha puntato e velocizza il trotto per andargli minacciosamente incontro: «Ero pietrificato, stavano per caricare me con tutto il passeggino».
Infatti non sa come comportarsi, continua a camminare lentamente, attraversa la strada, ha paura. In quel momento passa un Suv bianco. Dentro l'automobilista che osserva la scena si mette a suonare il clacson come un matto. È la stessa tecnica che usano i residenti in presenza dei cinghiali: quando escono a portare fuori il cane si portano sempre appresso o i coperchi delle pentole per spaventarli o delle trombette tipo quelle di carnevale. La strategia è spaventarli. Non sempre ci si riesce.
LA TELEFONATA
Nel caso di Ernesto quel clacson è stato salvifico: gli animali si sono allontanati. «Io non so davvero cosa sarebbe potuto succedere se non fosse arrivato quell'automobilista, sono sconvolto», racconta. Una volta al sicuro Ernesto ha composto il 112, è stato indirizzato alla polizia municipale che gli ha risposto così: «Non possiamo far nulla se non venire sul posto e indirizzarli verso aree verdi». Poi gli hanno consigliato di scrivere direttamente al sindaco e al prefetto. La polizia locale infatti può intervenire solo su cavalli e pecore che vengono portati al Centro carni per l'abbattimento.
Ernesto ha scritto una raccomandata a Virginia Raggi: «Non sto qui a dirle il mio stato d'animo, mi sento un miracolato. Sono stufo di avere paura di uscire di casa per andare a fare la spesa o in chiesa. Basta! Siamo blindati in casa e terrorizzati per colpa dei cinghiali. La prego di intervenire con urgenza», scrive.
I residenti si sono organizzati da soli: hanno comprato le trombette e hanno messo dei vasi davanti all'ingresso dei parchi per bloccare l'accesso agli animali. Ci sarebbe un protocollo per l'intervento siglato tra Regione e Comune ma manca la firma del dirigente comunale. Il pressing degli animalisti contrari agli abbattimenti è molto forte. E intanto a Spinaceto, al Torrino, a Casl Brunori si vive nel terrore di un attacco.
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Il Messaggero