Mafia, al via maxi processo Spada. Comune di Roma e Regione Lazio sono state ammesse come parti civili nel maxiprocesso a carico di 24 persone appartenenti al clan Spada, attivo...
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Sul banco degli imputati compaiono in 24 (dopo altre tre richieste di rito abbreviato) fra componenti e affiliati al clan, tra cui il presunto boss Carmine, e poi Ottavio, Armando, Vittorio, Roberto Spada e Ruben Alvez del Puerto, gli ultimi due già sotto processo per l'aggressione alla troupe della Rai Nemo. Sono tutti accusati a vario titolo, dai pm Mario Palazzi e Ilaria Calò, di associazione mafiosa, omicidio, usura, ed estorsione. «Ci sono evidenti ragioni di sicurezza, legati a un contesto criminale mai placato, per cui gli imputati assistano da lontano e in videoconferenza al dibattimento» e dimostrazione di ciò è il fatto che «nessuna delle 15 parti offese si sia presentata oggi in aula». Lo ha sottolineato la pm Ilaria Calò, durante la prima udienza del processo contro il clan Spada di Ostia che si è aperto oggi nell'aula bunker di Rebibbia.
L'accusa punta il dito contro il clima che si respira ancora oggi a Ostia, replicando ai difensori dei 24 imputati che hanno chiesto garanzie sul metodo con cui si affronta il dibattimento e lamentano difficoltà nel riuscire a parlare con i loro assistiti, detenuti in varie carceri in diverse regioni italiane. La prossima udienza è fissata per il 15 giugno.
Le vittime delle presunte vessazioni messe in atto da appartenenti al clan Spada non si sono presentate in aula oggi a Roma e non si sono costituite parti offese nel processo iniziato oggi davanti alla III corte d'Assise. In totale una quindicina di persone che hanno deciso di disertare l'aula bunker di Rebibbia ribadendo di non volere presentare istanza ai giudici. Per i pm ciò conferma che nella zona di Ostia «permangono gravi problemi di sicurezza legati a un contesto criminale mai placato» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero