È un rapporto che inizia nel 1992, quello tra Fabrizio Piscitelli e la camorra. Un legame che, forse, si è interrotto bruscamente l’estate scorsa. Diabolik, 26...
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Sparatoria a Roma: cognato di Roberto Spada gambizzato a Ostia
Il pranzo della “pace” in cui sedeva Piscitelli nella veste di ambasciatore di Marco Esposito, affiancato dall’avvocato Lucia Gargano (ai domicliari). Dall’altra parte del tavolo sedeva un altro pezzo grosso della mala romana, Salvatore Casamonica rappresentante degli Spada, clan decimato dagli arresti e che rischiava di essere spazzato via dal gruppo di Esposito, soprannominato Barboncino, a sua volta legato ai Triassi. I Triassi altra famiglia storica del crimine che nel 2007, nel litorale romano, aveva accettato un pace sconveniente per non rimetterci la pelle di fronte all’ascesa irresistibile degli Spada. Una pax mal sopportata dai Triassi il cui grande regista era stato, appunto, ‘o Pazzo. Ed è sotto l’ala protettiva di Michele Senese ( in carcere dal 2015) che cresce in prestigio Diabolik, di certo non poteva fargli da padrino Gennaro Senese, ucciso nel 1997 in un palazzone di via Cornelio Sisenna, sulla Casilina.
Piscitelli prosegue il suo apprendistato nel grande crimine inanellando una serie di reati. Nel 2006 l’arrestano per estorsione aggravata nei confronti del patron della Lazio Claudio Lotito, nel 2013 per traffico internazionale di stupefacenti e poi a novembre del 2019 le manette sarebbero dovute arrivare perché Diabolik (per la procura) era diventato un boss, al vertice di un’organizzazione criminale che riforniva di droga Roma, insieme al socio Fabrizio Fabietti.
Il Messaggero