ROMA - Il lungo applauso che a metà mattinata saluta l'ingresso di Ignazio Marino nella sala della Protomoteca si confonde veloce nel corso nella giornata tra le voci e le...
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Tanto che anche il premier Matteo Renzi in serata fa sapere che è pronto a mettere le mani sulla questione dei diritti. «Faremo una legge sul modello tedesco, un minuto dopo la seconda lettura di quella elettorale e dopo la riforma costituzionale». In mezzo c'è il gesto del chirurgo dem: la trascrizione di sedici matrimoni gay - undici coppie di uomini e cinque di donne - celebrati all'estero. «Un giorno normale, per il diritto all'amore», spiega l'inquilino del Campidoglio prima di iniziare con le registrazioni. La prima è quella di Marilena e Laura, accompagnate dai tre figlioletti. Seguiranno le altre quindici, tra commozione dei parenti in sala e flash dei fotografi.
LA DIFFIDA
«Tutti atti che dovranno essere annullati», ribadisce a stretto giro di posta il prefetto Giuseppe Pecoraro. Che, nel rispettare la circolare del Viminale voluta dal ministro Angelino Alfano, dice chiaro a Marino: «Se non ci sarà un ripensamento, lunedì dovrò annullare le trascrizioni d'ufficio». Un film già visto in altre città italiane, da Bologna a Grosseto. Ma quello che va in scena nella Capitale ha il sapore della sfida. Perché arriva dopo il no del ministero degli Interni e tra l'altro alla vigilia della beatificazione di Paolo VI.
LE ACCUSE
Dettagli, per Marino. Il sindaco, terminata l'ultima trascrizione, prima dedica una poesia di Pablo Neruda a tutti gli sposi («Se saprai starmi vicino, e potremo essere diversi...») poi, informato del cartellino rosso arrivato dalla prefettura, rilancia: «Io certamente farò quello che indica la legge e chiederò i pareri legali per comprendere la legittimità di un eventuale annullamento, ma d'altra parte io faccio il mio lavoro ed oggi difendo i diritti dei cittadini». E mentre la festa in Campidoglio continua, di sotto c'è anche chi dice no. Il Nuovo centrodestra, il partito di Alfano, mette in scena un flash mob. Il consigliere capitolino, sempre Ncd, Marco Pomarici va in Procura a denunciare il primo cittadino «perché ha fatto un atto contro la legge». Dalle parti di piazza Venezia formazioni di estrema destra provano una manifestazione non autorizzata a suon di «buffoni» e «vergogna» ma dopo poco vengono allontanati. Anche Forza Italia, con Mara Carfagna, ex ministro delle Pari Opporunità punta l'indice contro Marino «perché getta benzina sul fuoco».
IL GOVERNO
Il caso si sposta in un attimo anche nel Governo. Le parole di Alfano sono chiare. E ricevono il controcanto di Ivan Scalfarotto, gay dichiarato, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: «Il ministro pensi a fare una legge sulle unioni civili». Per le quali si spende anche la responsabile dell'Istruzione Stefania Giannini. Il tutto mentre dal Pd, il partito di Marino, la parole d'ordine rimane basso profilo sulle nozze gay. Piuttosto in serata ci pensa il presidente del Consiglio Matteo Renzi a mettere qualche punto fermo sulla discussione: civil partnership, come in Germania per regolare le unioni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero