Roma, 13 nomadi del River sfrattati dal centro accoglienza di via Ramazzini: rubavano nel magazzino

Roma, 13 nomadi del River sfrattati dal centro accoglienza di via Ramazzini: rubavano nel magazzino
Allontanati perché sospettati di aver rubato nel magazzino della Croce Rossa. Protagonista una famiglia rom di 13 persone (10 i figli) che era stata portata al centro...

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Allontanati perché sospettati di aver rubato nel magazzino della Croce Rossa. Protagonista una famiglia rom di 13 persone (10 i figli) che era stata portata al centro Better Shelter di via Ramazzini dopo lo sgombero del Camping River del 27 luglio.


IL BOTTINO
Oltre 200 indumenti, materiali per la scuola e igienici, una stampante e un computer: il bottino è scomparso nella notte tra il 18 e il 19 agosto dalla sede nazionale della Croce Rossa, che si trova accanto ai moduli abitativi che ospitano i 37 rom sgomberati dal campo di via della Tenuta Piccirilli.
Gli operatori qualche giorno dopo il furto, hanno controllato i container che ospitavano la famiglia e in una relazione al Comune hanno detto di avervi ritrovato parte della refurtiva. Sono andati alla stazione dei carabinieri di Monteverde Nuovo per presentare una denuncia contro ignoti per furto aggravato spiegando i fatti e inviato al Comune una relazione nella quale si chiedeva «l'allontanamento con assegnazione a una struttura alternativa» considerando «l'arroganza e la maleducazione» e gli «episodi insostenibili e deleteri». Il Dipartimento Politiche Sociali ieri ha proposto alla mamma e ai dieci figli un alloggio presso la struttura assistenziale per madri con bambino Giaccone sulla via Cassia, «offerta ancora una volta categoricamente rifiutata, come tutte le precedenti» si spiega nella relazione dell'Ufficio Speciale Rom, Sinti e Camminati. La famiglia, che ha respinto ogni accusa, ieri ha lasciato il centro della Croce Rossa a bordo di due furgoni. Sul posto gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale.

«ELEMOSINA CON IL NEONATO»
Nel centro di via Ramazzini, a Monteverde, restano gli altri rom che furono portati a fine luglio dopo una trattativa con il Comune. La convivenza con la famiglia rom nel centro della Croce Rossa non sembra essere stata facile. Nella relazione i volontari parlano di «gravi episodi meritevoli di attenzione». Inizialmente il gruppo si era mostrato collaborativo, poi «i genitori hanno iniziato ad assentarsi lasciando il compito di cura e controllo dei bambini alla figlia ventenne». I piccoli «sono quindi lasciati per lo più a loro stessi». Quando gli operatori hanno chiesto alla mamma di occuparsene, la donna ha detto che non poteva visto che «quotidianamente con il figlio neonato di due mesi va a mendicare a Trastevere». Inoltre la famiglia si è lamentata del cibo e voleva «cucinare autonomamente e fare il barbecue con cibo acquistato da ristoranti del quartiere», in particolare pesce, condotta vietata e rischiosa dal punto di vista della sicurezza.

IL FATTACCIO
La famiglia, secondo i volontari della Croce Rossa, ha tra l'altro smesso di collaborare alla pulizia delle zone comuni. Poi il fattaccio. «Il 21 durante un controllo presso i moduli abitativi sono stati rinvenuti beni quali una stampante, del vestiario, un monitor etc., proprio all'interno di uno degli alloggi assegnati alla famiglia, risultati, poi, essere stati trafugati tra il 18 e il 19 dagli uffici della Croce Rossa Nazionale che ha sede adiacente alla struttura». I carabinieri hanno fatto sapere: «Stiamo indagando per accertare gli autori del furto».


laura.bogliolo@ilmessaggero.it
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