Roma, Ninetto tifoso da 50 anni per il suo Torrenova

il tifoso Ninetto
Il Natale per tutti è probabilmente il giorno più bello dell’anno. Lo è di sicuro per un tifoso “doc” che proprio quest’anno spegne le...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il Natale per tutti è probabilmente il giorno più bello dell’anno. Lo è di sicuro per un tifoso “doc” che proprio quest’anno spegne le 50 candeline vissute con “passione” per il Torrenova la sua squadra del cuore. Lui è Angelo Vainiglia per tutti “Ninetto”, che per mezzo secolo si è recato tutte le domeniche al Tre Torri, il campo del Torrenova (in Via della Tenuta di Torrenova a Torre Angela nel quadrante est di Roma, ndr) e per quanto è riuscito l’ha seguita anche in trasferta. A 84 anni suonati continua imperterrito a tifare dagli spalti come 20 anni fa: «Lo ricordiamo tutti - dice il giornalista Giancarlo Guadagni del Corriere dello sport - le sue urla, il suo festeggiare buttandosi per terra il suo coro “Forza Torrenova dal cuore gentile facci un gol facci un gol”. In zona ormai è un’istituzione e lui dice a tutti, anche ai tifosi delle squadre avversarie, il Torrenova si ama non si discute.

E’ sposato, ha due figlie femmine (Luisa e Loredana) e quattro nipoti e spera un giorno di lasciare in eredità la sua passione a uno di loro. Quando i bianconeri giocano in casa lui arriva molto prima e con la sua coppola in testa e con un campanaccio delle mucche che suona in continuazione sin dal riscaldamento andando su e giù, fa sentire il suo tifo alla squadra intonando i suoi cori che ormai hanno fatto la storia del calcio di eccellenza laziale. Ninetto, ci racconta un suo amico, una volta faceva l’ambulante vendeva lupini, olive, noccioline e quant’altro, poi un brutto giorno ebbe un trauma ad un braccio che lo rese invalido e dall’ora cambiò vita trovando “un posto “ al ministero. Mai un insulto, mai una parolaccia o una bestemmia, dice chi lo conosce, anzi  le sue parole sono, "che vinca il migliore" e saluta cordialmente l’arbitro e gli avversari, insomma un esempio e una scuola di vita e di maniere, che soprattutto nel calcio e nello sport servirebbe a molti. Buona vita Ninetto. 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero