«Solo noi a scola fino al 20 luglio ma come famooo #nunsepocostocallochefa #nonono». È ai social, tra post di lamentele, emoticon lacrimosi e hashtag -...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
GLI EFFETTI
E quindi, specificano i ragazzi, si resta in classe fino al 20 del mese. Data che però il Centro contesta o almeno si augura di non dover raggiungere. «Gli esami di qualifica finale - spiegano in Segreteria - si terranno tra il 10 e il 14 luglio, speriamo di chiudere i corsi dei ragazzi più giovani, ossia dei due anni precedenti la prova, prima di quella data per far sì che gli esami si possano svolgere in serenità». La speranza c'è, manca la certezza. E così gli allievi si lamentano. Perché è estate, vogliono andare in vacanza, divertirsi come i loro coetanei. E, più semplicemente, perché nelle aule fa caldo. Pochi giorni fa, il 20 giugno, gli studenti hanno indetto una giornata di mobilitazione «al fine di esprimere all'Amministrazione capitolina il loro profondo disagio». Dettagliato l'elenco delle ragioni, riportato in una lettera indirizzata agli uffici capitolini e alla Direzione dell'Istituto: «Il protrarsi delle attività didattiche, la mancanza di docenti, aule troppo calde, avvolgibili delle finestre rotti, mancanza di porte nei bagni, palestra non agibile, cosmetici scarsi e scadenti». E se i punti richiamati sono tanti, il motivo alla base delle lamentele, in realtà, rimane uno.
LE LAMENTELE
«Protestiamo - si legge alla fine della lettera - perché vorremmo iniziare e finire la scuola come tutti i nostri coetanei». In effetti la scuola ha rispettato la data di inizio e lo avrebbe fatto, a detta dei suoi funzionari, anche per quella di fine anno, ma non è stato possibile per la mancanza di docenti.
Un disagio per tutti, docenti e dirigenti inclusi. «Nessuno qui vuole far stare gli studenti a scuola fino al 20 luglio - aggiunge, sorridendo - fosse anche solo perché se ci devono stare loro, dobbiamo farlo pure noi». Intanto i ragazzi vanno a scuola, ogni giorno, ma con orario ridotto, a seconda appunto delle lezioni da recuperare. E nel tentativo di farlo il prima possibile per chiudere il capitolo studio e dare il via all'estate. E dai social arrivano i consigli. «Occupate», è il suggerimento di una mamma stanca di vedere il figlio prigioniero delle ore di lezione da recuperare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero