Roma, fuga da via Nazionale: già chiusi 33 negozi. «Qui non sarà Natale» `

I commercianti rimasti sono preoccupati per il futuro delle loro attività

Roma, fuga da via Nazionale: già chiusi 33 negozi. «Qui non sarà Natale» `
C'è una strada dove Natale, in pratica, non si festeggia. A Via Nazionale non si respira l'aria della festa. Se non fosse per l'animo di pochi, sparuti...

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C'è una strada dove Natale, in pratica, non si festeggia. A Via Nazionale non si respira l'aria della festa. Se non fosse per l'animo di pochi, sparuti imprenditori che ancora resistono e tentano il tutto e per tutto, la strada che da piazza della Repubblica scende verso piazza Venezia sembra una via qualunque di periferia. Di notte, poi, è pure un po' troppo spoglia se paragonata al vicinissimo Tridente. Sono 33 le vetrine vuote con la scritta affittasi. Un po' per la crisi dettata dal Covid, un po' perché nel corso degli anni la stessa strada ha perso appeal, oggi non è più la via Nazionale di una volta. «Un tempo qui ci si veniva a fare shopping ed era definita una strada della Roma bene, e invece oggi è ridotta a una via di transito. Io ormai qui non compro più semplicemente perché di negozi veri se ne trovano con il lanternino», racconta uno dei passanti. Giorno e notte poco importa: i senzatetto hanno i loro cartoni proprio davanti agli ingressi dei negozi vuoti che oggi si sta tentando di dare in affitto. Un po' di movimento rimane per le attività che si avvicinano a piazza della Repubblica. Ma poi, più ci si avvicina verso il Palazzo delle Esposizioni, più si avvicina il deserto. Giorgia esce da un negozio di una grande catena. È una di quelle che ha fatto qualche acquisto. «Ne approfitto per i regali di Natale, ma vado subito verso via del Corso e Piazza del Popolo per vivere un po' di più l'atmosfera di Natale», dice.

LA CONDIZIONE


I locali chiusi vanno dalle metrature più diverse: le agenzie immobiliari le propongono dai 30, ai 60 fino ai 100 metri quadri. E fa male vedere le serrande abbassate. La sera nella piccola rientranza del Teatro Eliseo un senzatetto mette qualche cartone per dormire. Un negozio ha chiuso. Si chiamava Gigolò. Sulla vetrina ha scritto: Un caloroso saluto a tutti i clienti, lasciando un numero di un cellulare per chi volesse acquistare qualche rimanenza di magazzino. A pochi passi dalla Banca d'Italia un'altra attività ha aperto, ma ha la vetrina chiusa. Vende capi d'abbigliamento e dice di fare una liquidazione dei capi per una prossima chiusura. Anche qui un cartello rimanda a un numero di telefonino: nel caso in cui ci dovesse essere qualcuno interessato ad acquistare un giaccone di pelle, basta chiamare e l'addetto arriverà ad aprire. Ormai, questa sembra essere l'anticamera della chiusura per tanti. Il segnale di una sofferenza economica che non sembra avere fine, soprattutto per una strada come via Nazionale che, invece, in passato era considerata come una delle vie da non perdere per una visita a Roma. Oggi, invece, si punta più sul Tridente. «Ma quello sembra essere più un parco divertimenti per turisti. Noi commercianti qui a via Nazionale cerchiamo di addobbare le vetrine e dare un segnale, ma purtroppo questa strada avrebbe bisogno di un intervento da parte del Comune per dare un po' di vita - dice Massimo Bertoni, presidente di Federmoda Roma-Confcommercio - Ho chiesto all'amministrazione un intervento. Qui ci sono i teatri e i negozi chiusi». Sotto accusa anche la Zona a traffico limitato. «È una strada dove non avrebbe neanche motivo di esserci una Ztl perché è una via a grande scorrimento. Non ha senso: non si tratta di un salotto o di una piazzetta. È difficile parcheggiare e progressivamente è stata abbandonata. Speriamo nel tram che dovrà essere realizzato per il Giubileo».

giampiero.valenza@ilmessaggero.it
 

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