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Sospette overdose, comunque morti che mettono in luce un fenomeno da non sottovalutare: la piaga della tossicodipendenza sul territorio, mai davvero rimarginata, anzi. Il bollettino si aggiorna in questi giorni troppo spesso. Un’altra morte sospetta si è verificata a Roma e anche in questo caso, si ipotizza l’overdose. Il cadavere di un 52enne romano è stato trovato, mercoledì sera in via Carlo Carminati in zona Tor Vergata dagli operatori del 118 che hanno avvisato i carabinieri di zona arrivati sul posto. L’uomo era riverso a terra nel salone di casa. Sul corpo dell’uomo non c’erano segni di violenza e l’abitazione era in ordine, non mostrava i segni di un passaggio di ladri. Non sono state trovate tracce di droga da parte del medico legale. Dunque seppure la morte non sarebbe direttamente riconducibile ad una overdose il fatto che l’uomo, con piccoli precedenti, fosse tossicodipendente non fa escludere del tutto quella ipotesi.
Il caso a Conca D'Oro
Lo stesso era accaduto il giorno prima in un appartamento a Conca D’Oro. Il corpo di un 21enne era stato trovato senza vita, poco dopo la mezzanotte. A trovare il cadavere sono stati proprietari della casa, che lo ospitavano. Sul posto sono accorsi gli operatori del 118 che ne hanno costatato il decesso e hanno informato i carabinieri intervenuti insieme al medico legale che, esaminando il corpo, non ha riscontrato segni di violenza. Nella casa, inoltre, seppur in una condizione di profondo disagio, non sono stati trovati elementi evidenti per poter ricondurre la morte ad una overdose di droghe.
E ancora: lo scorso 13 aprile un uomo di 43 anni è stato trovato morto in casa nel quartiere San Basilio, in via Cagli intorno alle 14.
La scoperta in auto
Andando a ritroso, il 6 aprile, una donna di 35 anni è stata trovata morta, seduta sul lato passeggero di una Ford Focus abbandonata nella zona di Corso Italia ad Anzio. Aveva la testa reclinata sul lato sinistro, la bocca e il naso sporchi di sangue. A dare allarme sono stati alcuni passanti che hanno avvertito il 118. I sanitari, arrivati sul posto, hanno solo potuto accertare la morte. Non aveva documenti, ed è stato possibile rintracciare i familiari, che poi hanno fatto il riconoscimento, attraverso un certificato di dimissioni da un ospedale che aveva nella tasca del pantalone. Le indagini dei carabinieri di Tor Vergata non hanno escluso in questo caso l’ipotesi che il decesso possa essere attribuito all’assunzione di stupefacenti. Da alcuni giorni la donna dormiva nell’androne delle scale di uno dei palazzi di Corso Italia, la più importante piazza di spaccio di Anzio e Nettuno. «Aveva purtroppo problemi di dipendenza da stupefacenti – ha ammesso il padre -, ma dopo un ricovero in ospedale era tornata a casa e sembrava essersi ripresa; poi la decisione improvvisa di lasciare l’abitazione e di andare a vivere nell’androne di uno dei palazzi di Corso Italia. Credo che fosse una scelta consapevole, legata al fatto che in quella zona avrebbe potuto procurarsi in particolare del crack, una droga che sta devastando tanti ragazzi e che va combattuta in tutti i modi. Aspettiamo l’esito dell’autopsia, ma temiamo che possa essere stata un’overdose da stupefacenti». La droga continua a mietere vittime, l’allarme era stato lanciato in passato anche da Massimo Barra, Fondatore di Villa Maraini-Cri.
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