Volevano estorcere 100mila euro a un loro connazionale cinese e per essere sicuri del pagamento lo avevano costretto a stipulare un accordo con il quale minacciavano ritorsioni...
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La vicenda si è consumata a Montecompatri, in provincia di Roma, dove qualche giorno fa i militari hanno avviato un’indagine a seguito della denuncia di un imprenditore locale cinese, titolare di capannoni e magazzini in diverse zone della Capitale, il quale aveva riferito di essere minacciato da tre connazionali conosciuti ai primi di ottobre. I tre volevano 100mila euro in contanti e non erano disposti a nessun tipo di trattativa sull’ingente quantità di denaro.
Tanto è vero che dopo la sottoscrizione del patto e il mancato versamento dei soldi, hanno dato il via ad una serie di atti intimidatori nei diversi depositi del commerciante: nel magazzino di Montecompatri è stata rotta per due volte la cabina elettrica, sono stati incollati i lucchetti d’ingresso ed è stata data alle fiamme la porta principale. Ma non è finita perché i tre criminali avevano pensato anche di posizionare tre molotov vicino al cancello d’ingresso del capannone della vittima.
Solo l’intervento tempestivo dei carabinieri, che da giorni erano sulle loro tracce, ha evitato la deflagrazione e ha permesso di arrestare in flagranza di reato i tre cittadini cinesi che ora dovranno rispondere di concorso in estorsione aggravata. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero