Scordatevi le insegne al neon o i frigoriferi pieni di alcolici, messi lì, in strada, alla mercé di turisti e minorenni. Scordatevi i cartonati in plastica che...
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LE ZONE
Monti, Esquilino, Trastevere, Castro Pretorio e ancora Trevi, Colonna, Campo Marzio, Parione, Ponte, Regola, Sant'Eustachio e Sant'Angelo sono i rioni nei quali gli uffici del dipartimento Attività produttive hanno evidenziato un numero esorbitante di attività commerciali alimentari. Si contano 6.200 negozi (l'81%), minimarket compresi, rispetto ai 7.500 contati in tutti i 21 rioni di Roma. E attraverso l'adozione di due criteri - la percentuale di incidenza alimentare sul totale delle attività commerciali presenti in un rione e la media delle licenze per kmq - in via dei Cerchi hanno decretato lo stop a nuove aperture. Nei restanti 9 rioni invece (da Ludovisi a Testaccio, passando per Prati e Borgo) le nuove aperture saranno contingentate e permesse solo se l'esercente riuscirà a rispettare determinati criteri. Dalla vendita di prodotti Dop e Docg al divieto di esporre frigoriferi pieni di alcolici in strada o sull'uscio dei locali. Lo stesso accadrà anche in altri quartieri, da Garbatella al Pigneto, dove l'avanzata dei minimarket è tutt'altro che marginale. «Abbiamo ereditato spiega l'assessore Meloni un disordine totale, con negozi che da alimentari si sono trasformati in bazar». «Quello che dobbiamo fare conclude Meloni è ripristinare un equilibrio, tutelando l'immagine e il decoro del Centro ma poiché l'assessorato si chiama Sviluppo economico, dobbiamo anche evitare che proprio il cuore di Roma resti digiuno di specifiche attività commerciali». Nel provvedimento si darà tempo ai minimarket già esistenti di adeguarsi alle nuove disposizioni, mentre si contemplano una serie di tutele per le attività storiche (dalle librerie alle sartorie) ma anche per i laboratori artigianali. In tutto il Centro, seguendo il canovaccio della precedente delibera del 2009, si ribadisce infine il divieto dell'apertura per sexi-shop, impianti di autolavaggio, sale per video giochi e ancora carrozzerie.
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Il Messaggero