Roma, stretta sui minimarket, vietati in dodici rioni: controlli anche a Ponte Milvio e Pigneto

Roma, stretta sui minimarket, vietati in dodici rioni: controlli anche a Ponte Milvio e Pigneto
Scordatevi le insegne al neon o i frigoriferi pieni di alcolici, messi lì, in strada, alla mercé di turisti e minorenni. Scordatevi i cartonati in plastica che...

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Scordatevi le insegne al neon o i frigoriferi pieni di alcolici, messi lì, in strada, alla mercé di turisti e minorenni. Scordatevi i cartonati in plastica che annunciano la presenza di un minimarket a pochi passi dalla fontana di Trevi o dal Senato della Repubblica. Il Centro di Roma prova a cambiare volto. Sono 12 sui 21 totali i rioni della Capitale in cui in futuro potrebbero essere interdette le aperture di nuovi negozi di genere alimentare. Tutelare il salotto della città, patrimonio dell'Unesco, ripristinando la qualità dei servizi commerciali per rendere un favore ai residenti e ai turisti. È stata depositata ieri al Segretariato generale la proposta di delibera definitiva firmata dall'assessore alle Attività produttive, Adriano Meloni, sul nuovo Regolamento per la tutela del Centro storico. Caposaldi, due obiettivi: difendere il cuore della città Eterna dalle aperture selvagge di nuovi minimarket e garantire comunque lo sviluppo di attività alimentari di qualità che vendano prodotti genuini o a marchio Dop nelle zone anche lontane dal Tridente ma che rientrano nel perimetro della Città storica, Ponte Milvio o San Lorenzo tanto per citare degli esempi. La proposta, che dovrà passare per i consigli municipali e per la commissione Commercio prima di approdare in aula Giulio Cesare per il voto definitivo, divide il perimetro di Roma rientrante nelle mura Aureliane in diverse zone.


LE ZONE

Monti, Esquilino, Trastevere, Castro Pretorio e ancora Trevi, Colonna, Campo Marzio, Parione, Ponte, Regola, Sant'Eustachio e Sant'Angelo sono i rioni nei quali gli uffici del dipartimento Attività produttive hanno evidenziato un numero esorbitante di attività commerciali alimentari. Si contano 6.200 negozi (l'81%), minimarket compresi, rispetto ai 7.500 contati in tutti i 21 rioni di Roma. E attraverso l'adozione di due criteri - la percentuale di incidenza alimentare sul totale delle attività commerciali presenti in un rione e la media delle licenze per kmq - in via dei Cerchi hanno decretato lo stop a nuove aperture. Nei restanti 9 rioni invece (da Ludovisi a Testaccio, passando per Prati e Borgo) le nuove aperture saranno contingentate e permesse solo se l'esercente riuscirà a rispettare determinati criteri. Dalla vendita di prodotti Dop e Docg al divieto di esporre frigoriferi pieni di alcolici in strada o sull'uscio dei locali. Lo stesso accadrà anche in altri quartieri, da Garbatella al Pigneto, dove l'avanzata dei minimarket è tutt'altro che marginale. «Abbiamo ereditato spiega l'assessore Meloni un disordine totale, con negozi che da alimentari si sono trasformati in bazar». «Quello che dobbiamo fare conclude Meloni è ripristinare un equilibrio, tutelando l'immagine e il decoro del Centro ma poiché l'assessorato si chiama Sviluppo economico, dobbiamo anche evitare che proprio il cuore di Roma resti digiuno di specifiche attività commerciali». Nel provvedimento si darà tempo ai minimarket già esistenti di adeguarsi alle nuove disposizioni, mentre si contemplano una serie di tutele per le attività storiche (dalle librerie alle sartorie) ma anche per i laboratori artigianali. In tutto il Centro, seguendo il canovaccio della precedente delibera del 2009, si ribadisce infine il divieto dell'apertura per sexi-shop, impianti di autolavaggio, sale per video giochi e ancora carrozzerie.
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Il Messaggero