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Treni finiti: linea B1 ferma. L’annuncio arriva all’apertura del servizio, ieri mattina: causa carenza di materiale rotabile, la linea B1 (Bologna-Jonio) è rimasta chiusa fino al tardo pomeriggio. Chiusura alle 6.30 del mattino, riapertura alle 19.30. In più c’è il giallo del tornio sabotato. Inevitabile il caos dei bus sostitutivi: ne servirebbero 10/11 per sostituire, come capienza, un solo treno della metropolitana.
«Mancano treni»: la metro B1 si ferma. Navette prese d'assalto
I NODI
Giungono così al pettine, inevitabilmente, i disastri dovuti alla mancata programmazione nello scorso quinquennio delle revisioni generali dei treni. La storia è nota: sulle linee A e B/B1 della metro e sulla Roma-Lido di Ostia girano i treni Caf Ma300, in totale sono 51 convogli. Le norme sulla sicurezza ferroviaria obbligano il proprietario (il Comune di Roma) a fare una revisione generale dei treni quando questi raggiungono la percorrenza di un milione e 450mila km con un margine di tolleranza di 200 mila km in più o meno: quindi, semplificando, un treno può entrare in revisione quando raggiunge 1.250.000 km percorsi. Deve entrarci quando arriva a 1.450.000. Dovrà essere fermato se supera 1.650.000 km. Nel 2017 il Governo stanzia i fondi per le metro a Roma, 425 milioni di euro, 66 dei quali destinati a pagare le revisioni dei treni. Solo che il Comune riesce ad aggiudicare la gara solo a dicembre 2020 e per ogni revisione occorrono mediamente 4 mesi.
PATATRAC
Per cui, ieri, è bastato che si verificassero tre guasti “ordinari” che Atac si è ritrovata con soli 13 treni a disposizione. La scelta era avere tempi di attesa da treno regionale oppure chiudere la B1 e mantenere delle frequenze non eccezionali ma tutto sommato sostenibili. Arriviamo al giallo del tornio. Fra le operazioni da compiere nell’ambito delle procedure di manutenzione e revisione dei treni, c’è il controllo delle ruote dei convogli. Che viene fatto da uno speciale tornio, apparecchiatura delicata che serve a calibrare le ruote. Da quanto si apprende, tre giorni fa il tornio è stato sabotato. «Questa mattina - spiega l’assessore ai Trasporti, Eugenio Patané - Atac presenterà denuncia all’Autorità giudiziaria. Tre giorni fa qualcuno ha sabotato il tornio. Il sospetto è che sia stato usato un oggetto pesante, forse un grande martello, per danneggiare l’apparecchiatura. Da due giorni il tornio, durante le ore notturne, è presidiato da guardie giurate e da ieri è tornato operativo».
Secondo i dati del Campidoglio, sui 37 treni che, su carta, compongono la flotta Atac in servizio sulla linea B/B1, tolti i 13 in servizio regolare, ce n’erano 19 fuori servizio per varie cause. Di questi 19: 9 sotto tornitura, 4 sotto manutenzione ordinaria, 4 fermi in attesa di revisione generale, 2 con la revisione appena completata ma in attesa di collaudo da parte di Ansfisa. Più due incidentati di vecchia data (uno del 2015) e tre con guasti ordinari. Un numero, questi 3, considerato assolutamente fisiologico, tant’è che su carta Atac dovrebbe garantire 4 treni di riserva per queste emergenze. La mancanza di convogli dovuta alla tardiva revisione generale ha azzerato la “panchina” dei treni e il risultato è stato, appunto, lo stop della B1. Dal Campidoglio precisano che i 9 convogli sotto tornio - ogni procedura di tornitura richiede da 3 a 4 giorni di tempo - erano sotto procedure di manutenzione ordinaria e non sotto quelle di revisione generale.
LE POLEMICHE
E non è mancato il battibecco politico sullo stop alla linea. Attacca l’ex assessore ai Trasporti della Giunta Raggi, Linda Meleo (M5S): «L’assessore Patanè dovrebbe chiarire cosa sta succedendo e pensare a un programma sostenibile di manutenzione». Alla Meleo risponde il presidente della Commissione Mobilità, Giovanni Zannola (Pd): «I ritardi nelle mancate manutenzioni sono l’eredità della Giunta Raggi che ha lasciato Roma in ginocchio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero