Il tunnel degli invisibili: droga, sesso e disperazione nel cuore di Roma

Il tunnel degli invisibili: droga, sesso e disperazione nel cuore di Roma
Non si vede la luna e non c’è cielo all’inferno, è già tanto se trovi un posto a pagamento tra i cartoni e il lercio, se sopravvivi alla notte, se almeno all’alba esci...

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Non si vede la luna e non c’è cielo all’inferno, è già tanto se trovi un posto a pagamento tra i cartoni e il lercio, se sopravvivi alla notte, se almeno all’alba esci dal tunnel. Ma come, siamo a Roma, in centro, a pochi metri dallo scalo più grande d’Europa, dalla stazione Termini. Il fotografo Francesco Toiati si veste dimesso, compra biscotti, latte e sigarette, prova a stabilire un contatto. Anche i volontari hanno paura ad entrarci, nel sottopasso che collega via Marsala a via Giolitti, nella parte chiusa al transito delle auto. E’ terra di nessuno, l’inferno in terra, si smercia eroina, sesso e posti per dormire. Tra montagne di immondizia, rivoli di urina, c’è un mondo d’invisibili, girone dantesco ancor più infimo di quelli che si sdraiano vicino al ricovero della Caritas, intorno alla stazione.




Questi hanno scelto di stare all’ombra dell’ombra, nel buio dei disperati, qui si spaccia, si allatta e si vende sesso, il traffico e lo smog paralleli non disturbano il dormiveglia né della vecchia maitresse, truccata da maschera, né del tossico che ti offre l’eroina, né della nera che dorme col cappello e ti sorride arresa, caricatura anche lei, «so’ bruttam vero?, come già vista in qualche film americano.



«Ehi, amico», sì amico prego, vieni a vedere, invece siamo a Roma, in centro, «hai visto che schifo», amico, amico è un grido disperato, di sbandati che si nascondono più dei topi, che si vergognano del degrado che loro stessi creano. Entrare là sotto fa paura, non sono le case di cartone, non i rifiuti tanti da far vomitare, è l’odore degli ultimi, dei reietti della società, a pochi passi dagli hotel di lusso, i treni che ci portano lontano, i taxi con a bordo i turisti che arrivano.



Avete visto scene del genere a Londra, Parigi, Madrid? E sono le 21,30 non la mezzonotte, il tour all’inferno in cambio di due pacchetti di sigarette, «vuoi venì’ nel cartone?», s’offre la vecchia signora bionda in minigonna, mentre vicino c’è chi fa i suoi bisogni. Ci sono angoli anche negli angoli, al degrado non c’è fine. Ecco un passeggino, una copertina per un bambino, fuori a un cartone chiuso per la notte.



«Hai visto che schifo?», gridano dal tunnel. E non si aspettano risposta. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero