Lucia, la donna offesa da Marino: mi chieda pubblicamente scusa o lo querelo

Lucia, la donna offesa da Marino: mi chieda pubblicamente scusa o lo querelo
Ammesso che abbia «due neuroni», come sostiene il sindaco Ignazio Marino, Lucia Rinaldi li sa usare, e quindi collegare, che è una meraviglia. E nel salotto del suo...

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Ammesso che abbia «due neuroni», come sostiene il sindaco Ignazio Marino, Lucia Rinaldi li sa usare, e quindi collegare, che è una meraviglia. E nel salotto del suo appartamento - un quarto piano iper condizionato e ventilato in via dei Latini condiviso con il marito Flavio - ha un'idea chiara su tutto: politica, economia, esteri e cronaca. Passa dalla rivolta di Casale San Nicola all'abolizione dell'Imu di Renzi. Sta con i residenti che non vogliono i profughi, critica il premier. Il giorno dopo Lucia la bionda, come la chiamano qui a San Lorenzo, si sente offesa: «Il sindaco deve chiedermi scusa pubblicamente, altrimenti mi rivolgerò a un legale».










LO SCONTRO

Allora, per il fatto in sé, per cui la stanno cercando tutti, è offesa e minaccia querele. «Io domenica ho contestato il sindaco per come è ridotta la città e soprattutto il mio quartiere: lo sa che gli spacciatori la notte hanno provato a vendermi la cocaina?». Ecco perché, dice, «Marino mi deve chiedere scusa pubblicamente per la frase sui due neuroni da collegare, sono una cittadina romana». Altrimenti? «Mi rivolgerò a un avvocato».

Marino ieri mattina è stato costretto a tornare sulla vicenda e ha attaccato la stampa: «Il battibecco è stato sul fatto che il mio papà era stato deportato e mia madre è finita sotto le macerie. Voi lo avete trasformato in qualcos'altro». Anche se il video è chiaro: lei gli dice di andare via perché «ai morti di San Lorenzo ci pensiamo da soli e la città è sporca», lui si innervosisce, racconta l'esperienza del padre, e le dà il consiglio neurologico, con tanto di analisi numerica.

Lucia Rinaldi ha 67 anni, è madre di due figli («Entrambi lavorano in banca») e nonna; il marito, Flavio Gozzi, è un ex assistente universitario che ha lavorato per la Medusa film nelle pubbliche relazioni. Ora portano avanti, senza tante angosce, una società di servizi per arrotondare la pensione («La Fornero mi ha tolto cento euro al mese»).

Qui la chiamano tutti Lucia la bionda, dal pastallovaro al fruttivendolo bengalese. La signora la politica la conosce bene ma dice di non praticarla. Ha lavorato, come impiegata, prima nella società statale Ises, poi alla Cassa del Mezzogiorno, poi è stata nella segreteria di un po' di ministri socialisti (Natali, Lauricella, Mancini). In molti, quando hanno visto la sua contestazione così veemente al sindaco, da pasionaria, hanno pensato: è di destra, magari c'è Casapound dietro, al limite la Meloni. Non è così. Forse. «Io sono apolitica, Marino deve dimettersi, ma Alemanno ha fatto peggio». Possibile, signora Lucia che non abbia mai votato? E su... «Ho votato Berlusconi e mai la sinistra, ma non mi sento né di una parte né di un'altra. Sono tutti uguali. E poi avevo un nonno partigiano comunista. Ma il problema è San Lorenzo che è stata rovinata da questi qui».


E la teoria diventa quasi interessante. «La libertà dei costumi, il degrado, i locali, da quando gli intellettualoidi hanno preso casa qui sono arrivati i capelloni con i cani. Poi è toccato agli immigrati». Lucia racconta, con una certa foga, che tra «zeccosi» e «spacciatori» qui non si vive più. E San Lorenzo, da quartiere popolare, è diventata una zona che «fa schifo: sporca e insicura». Mentre parla, il marito Flavio annuisce e integra la tesi, il cane, una piccola palla di battufolo, abbaia sotto il tavolino. Le squilla il telefono, sono i giornalisti. Suonano al citofono, sempre cronisti. «Non so se i romani si rivedono in me - spiega - ma il sindaco si è comportato male insultandomi e soprattutto rimane il fatto che la città così fa schifo. Il Comune, poi, deve essere sciolto per mafia». Settimane fa, quando sembrava che un gruppo di profughi potesse essere ospitato a San Lorenzo, lei, Lucia la bionda, era tra quelli pronti a fare le barricate. Adesso, ne ha in mente un'altra. «Sono d'accordo con altri residenti esasperati come me, se non cambiano le cose nel quartiere, scendiamo per strada tutti insieme e blocchiamo il traffico, voglio vedere che fanno: mi arrestano?». Di solito, questi personaggi pop grazie alla rete, vengono masticati dai media a colpi di talk show e interviste («Volevo chiamare Rete quattro per farci due chiacchiere»). E poi magari alla fine si ritrovano in politica. «Non ci penso, ma forse sarei anche brava, perché conosco i bisogni della gente». Dopo un'ora, telefonata a casa di Lucia. Risponde il marito: «Ora mia moglie non può, sta rilasciando un po' di interviste».

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Il Messaggero