A fine giornata Silvio Berlusconi lascia capire che i giochi per il Campidoglio sono ancora apertissimi: «Su Marchini non so dirle come va a finire», dice a La7,...
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IL CERINO
Escluso - almeno per ora - Marchini dalla lista dei candidati di centrodestra per la corsa al Campidoglio, con gli alleati il Cavaliere ha rimesso sul tavolo l'ipotesi Frattini, un nome però immediatamente stoppato da Lega e Fdi, e del resto lo stesso ex ministro degli Esteri ha più volte respinto il pressing. «Si andrà verso un non politico», dicono ora da Fratelli d'Italia. E' stato proprio l'ex premier a lasciare a Meloni il cerino in mano: «Fai tu una proposta e la valuteremo». La strategia di Fratelli d'Italia è di presentare Rampelli quale candidato di bandiera, e allo stesso tempo di stringere su un ‘mister x' che possa essere condiviso da tutte le forze del centrodestra e togliere consensi sia a M5S che al Pd.
Meloni incontrerà oggi i possibili papabili per il dopo-Marino. Uno dei nomi emersi è quello di Otello Lupacchini, il magistrato che indagò ai tempi della banda della Magliana. Ma circolano altre ipotesi. Nella rosa c'è anche l'ex deputato finiano Luca Barbareschi mentre l'ex comandante generale di Carabinieri Gallitelli avrebbe già declinato l'offerta. E' stato deciso comunque che sarà poi il Cavaliere a dare eventualmente il via libera sulla proposta di Fdi.
LA CONTA
La linea emersa è quella di aprire sì alla società civile ma di non disperdere i voti ai partiti. «Dobbiamo dare un segnale a Renzi». E' lo stesso Salvini ad insistere affinché le amministrative siano un'occasione per valutare la consistenza delle truppe nel centrodestra. «Bisogna contarsi – ha ribadito al Cavaliere che non voleva escludere di andare insieme alla Lega in alcune città -, ognuno deve fare la propria battaglia».
I leader del centrodestra si incontreranno di nuovo domani per risolvere il rebus Roma. L'obiettivo è presentare la griglia per le amministrative entro venerdì. Solo qualora non si chiudesse il cerchio non si esclude il ricorso ad una sorta di consultazione popolare, che però Berlusconi insiste ad escludere. Sull'altolà a Marchini ha pesato il muro eretto da Fdi: «Il fatto che voi riproponete il suo nome per me è uno schiaffo. Se si presenta lui noi al massimo arriviamo al 4% e Forza Italia scompare», ha insistito Meloni. Dietro le quinte l'asse Meloni-Salvini non è poi così granitico se dalle parti del Carroccio c'è irritazione per le mosse di Fdi.
La sensazione è che voglia puntare ad alzare la posta, tenendo in scacco l'intera coalizione. Ma tra gli ex An si punta il dito sul giovane Matteo che avvalorando la candidatura di Alfio ha cercato, questo il convincimento, di porre le basi per un'alleanza di prospettiva per la guida dell'intero centrodestra. Il sospetto è che l'operazione puntasse ad un ridimensionamento di Fdi e a sdoganare Marchini per sfondare nel campo dei moderati. Ma ora sarà ancora più difficile per Fi poter andare al ballottaggio, Marchini resta in pista con la sua forza civica e conta sull'appoggio di molti azzurri che lo sponsorizzavano.
Su Milano invece, accordo fatto su Stefano Parisi. Per Torino si va verso la candidatura di Osvaldo Napoli, a Bologna resiste Lucia Borgonzoni mentre a Napoli si punterà su Gianni Lettieri. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero