Mafia Capitale, nuovo colpo al patrimonio di De Carlo: sequestrati beni per 3 milioni

Mafia Capitale, nuovo colpo al patrimonio di De Carlo: sequestrati beni per 3 milioni
Un nuovo colpo al patrimonio di Mafia Capitale è stato messo a segno oggi con il sequestro di beni per un valore complessivo di 3,5 milioni di euro. L'operazione, svolta...

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Un nuovo colpo al patrimonio di Mafia Capitale è stato messo a segno oggi con il sequestro di beni per un valore complessivo di 3,5 milioni di euro. L'operazione, svolta dagli uomini del Gico del Nucleo di Polizia Tributaria, riguarda beni riconducibili a Giovanni De Carlo e Agostino Gaglianone, entrambi arrestati nel dicembre scorso e ritenuti molto vicini al boss Massimo Carminati.








I due nuovi provvedimenti di sequestro, emessi dal Tribunale di Roma, Sezione Misure di Prevenzione, a seguito di richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica della capitale, riguardano le quote societarie, il capitale sociale e l'intero patrimonio di alcune aziende: due istituti di bellezza e una associazione che si occupa di formazione professionale. Gli investigatori hanno proceduto anche al sequestro di una unità immobiliare a Sacrofano, centro nell'area a nord di Roma, e di alcune auto e motoveicoli.



Il protocollo in Campidoglio

Il Campidoglio dopo il caso 'Mafia Capitalè si dota di un protocollo di integrità per le imprese. Arrivano regole comportamentali rigide per gli imprenditori che contratteranno con l'amministrazione. Si rischiano, in caso di violazioni, sanzioni pesanti fino alla risoluzione in danno del contratto. «Abbiamo approvato il protocollo di integrità per le imprese - annuncia l'assessore alla Legalità Alfonso Sabella-

Chiunque contratterà con il Comune di Roma dovrà sottoscriverlo».



Nel protocollo «C'è l'impegno a denunciare qualsiasi tipo di infiltrazione e a non assumere qualsiasi tipo di comportamento che possa essere suscettibile di altre

interpretazioni - ha detto ancora Sabella - C'è anche un impegno nei subaffidamenti, e non solo nei subappalti, ad informare l'amministrazione sui soggetti con cui si contratta».
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Il Messaggero