Comune, gelo M5S su Bergamo: «Giusto, ma non remi contro»

Lui ha citato gli scacchi, «il cavallo». Lo preferisce rispetto alla torre, figura che evoca chiusura ideologica e poca propensione alla mobilità. Ma...

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Lui ha citato gli scacchi, «il cavallo». Lo preferisce rispetto alla torre, figura che evoca chiusura ideologica e poca propensione alla mobilità. Ma nell’intervista rilasciata ieri al Messaggero dal vicesindaco Luca Bergamo c’è soprattutto una presa d’atto che la Capitale soffre. Anche per colpa sua, ovvero della giunta Raggi. Parole che hanno lasciato giunta e maggioranza di stucco ma le ha obbligate giocoforza a mettersi in discussione . «Che tristezza», dice un consigliere di primo piano. Nelle chat i consiglieri sono apparsi piuttosto delusi. «Siamo senza parole», gli fa eco un autorevole assessore. 


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LA LINEA
Bergamo non ha condiviso la linea di Raggi che in Assemblea capitolina si è limitata a elencare le enormi difficoltà incontrate in azioni amministrative apparentemente semplici. «I romani sono scontenti, e la città è in difficoltà», ha detto invece Bergamo come premessa doverosa a qualsiasi ragionamento politico. Raggi non ha gradito l’intervista e come lei anche buona parte dei consiglieri. «Non mi ritrovo in quell’intervista», dice il presidente della commissione Commercio Andrea Coia, come sempre molto diretto e assertivo. «Non mi ci ritrovo molto», taglia corto Paolo Ferrara. 

«Che i romani possano essere scontenti può essere condivisibile- premette Maria Teresa Zotta - ma non mi ritrovo nell’intervista. Luca vede le cose da un’altra prospettiva forse: io vedo un’amministrazione che lavora pancia a terra. Sembra che non faccia parte di questa giunta... dov’è l’incertezza della giunta di cui lui è vicesindaco? Come fa a dirlo? Chi è ammantato di incertezza? Sono contenta che legga Machiavelli: la politica è il bene dei cittadini. Chi fa politica deve mettere da parte l’individualismo», commenta la presidente della Commissione Scuola. «La Capitale è in difficoltà perché alcuni remano contro invece di lavorare per la sua rinascita come stiamo facendo noi: non vanno a fuoco due Tmb, centinaia di cassonetti, bus, isole ecologiche a caso», ribadisce Coia che critica il vicesindaco per essersi voluto prendere i meriti delle sole cose che vanno bene e nessuna responsabilità su quelle che non funzionano. «Sui rifiuti ci sono problemi innegabili da risolvere ma anche enormi ostacoli. Sulle buche si sta intervenendo mentre sui trasporti siamo ko», continua Coia. «Ma che discorsi, certo che navighiamo in mezzo a mille difficoltà ma se anche un vicesindaco si mette a remare contro è da pazzi», sbotta un altro consigliere. 


Eleonora Guadagno, presidente della Commissione Cultura, non ne fa un dramma e interpreta l’intervista come uno stimolo sincero dove non si dice che va tutto bene semplicemente perché sarebbe impossibile dirlo. «Condivido pienamente il pensiero del vicesindaco», dice Guadagno. «Non possiamo negare come ci troviamo ad affrontare situazioni totalmente incancrenite, Roma è grande e complessa. Ma andiamo avanti e ci facciamo carico delle nostre responsabilità: per questo della sana autocritica è assolutamente necessaria per permetterci di migliorare il governo di questa città», spiega. Per lei, Bergamo ha colto nel segno, dunque. «Sposo in parte la linea di Bergamo», confida Pietro Calabrese, presidente della commissione Trasporti in pectore. Quindi autocritica sì ma senza cedere ad autoflagellazioni che legittimano le opposizioni. «Su Ama ci prendiamo tutte le responsabilità della situazione: ci serve più tempo e anche grazie alla magistratura stiamo cercando di fare pulizia», dice Calabrese. Sara Seccia accetta il pungolo di Bergamo ma ne critica il piglio elettorale: «Però è vero non ci soluzioni semplici a Roma».  Di certo c’è che le parole del vicesindaco combaciano con le critiche della minoranza Pd al cui mondo Bergamo sembra parlare lanciando ponti e rifiutando narrazioni precostituite, e trionfalistiche. 
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Il Messaggero