Roma-Lido dimezzata, capistazione a casa malati. Mancano i convogli, da oggi si viaggia solo tra Eur-Magliana e Lido Centro

Raffica di certificati medici: ieri assenti 16 addetti su 18. Molti senza Green pass

L’ultimo intoppo che mina le corse della scalcinatissima Roma-Lido, maglia nera delle ferrovie d’Italia nelle classifiche del settore, è uno strano picco di...

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L’ultimo intoppo che mina le corse della scalcinatissima Roma-Lido, maglia nera delle ferrovie d’Italia nelle classifiche del settore, è uno strano picco di malattie tra i capistazione: ieri su 18 addetti, in 16 si sono assentati. Così, d’emblée. Proprio alla vigilia del dimezzamento della tratta, perché da stamattina, causa mancanza treni funzionanti, i pendolari da Ostia potranno viaggiare sui convogli dell’Atac solo tra la fermata di Lido Centro e quella di Eur Magliana. In sostanza rimangono aperte solo 8 stazioni su 13: cancelli sbarrati sulla Colombo, a Castel Fusano, alla Stella Polare. E ancora a San Paolo e a Piramide.

 

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Roma-Lido dimezzata

Le cose potrebbero prendere una piega perfino peggiore, se oggi si confermasse l’impennata di forfait dei dipendenti Atac che si è già registrata nelle ultime ore. Non che la partecipata voglia prendere sotto gamba questo strano morbo che sembra essersi propagato alla velocità della luce tra i capistazione. Il colosso guidato dal dg Franco Giampaoletti e dal presidente Giovanni Mottura, ha già chiesto le visite fiscali all’Inps.

 

 

E in più scriverà all’Autorità garante degli scioperi, per capire se si tratta di un’agitazione selvaggia, dato che alcuni dipendenti rivendicano da settimane micro-scatti di grado e di stipendio, roba di poche decine di euro. Viste le precedenti defezioni di massa, sempre improvvise quanto le guarigioni a vertenza risolta (via Prenestina, il quartier generale dell’Atac, avrà un laboratorio modello Wuhan?), il sospetto viene. Per dire: il 4 febbraio 2020, a poche settimane dallo scoppio della pandemia, su un’altra ferrovia urbana gestita da Atac, la Roma-Giardinetti, si assentarono tutti insieme 37 macchinisti su 43: 13 improvvisamente colpiti da influenza, altri 15 avevano un referto medico che attestava la malattia dei figli piccoli, 6 avevano sfruttato il congedo della legge 104 e in 3 erano andati a donare il sangue. Anche in quel caso c’erano di mezzo rivendicazioni sindacali. Risultato: linea chiusa e pendolari a piedi. Eppure tutti i macchinisti finirono assolti dall’indagine del Garante, perché i referti dei dottori, formalmente, erano regolari. Ora il remake sulla Roma-Lido: 16 assenti su 18, di cui 9 malati (quasi tutti, raccontano al deposito, sprovvisti di vaccino e quindi costretti a tamponarsi nei giorni scorsi per avere il Green pass), poi 2 di riposo e gli altri in permesso per motivi vari. L’Atac per ora è riuscita nel miracolo di non chiudere, richiamando qualche dipendente dalle ferie. Ieri l’operazione è riuscita, oggi e domani chissà. Sull’intera tratta resta sempre il rischio di uno stop generalizzato.

 

LE NAVETTE

Intanto, da oggi, chiudono altre 2 stazioni. Nei giorni feriali i pochi treni rimasti in funzione circoleranno solo dall’Eur alla fermata Lido Centro. La partecipata ha messo in strada alcuni bus sostitutivi, naturalmente affollatissimi, tra Lido Centro e le stazioni di Stella Polare, Castel Fusano e Colombo. La linea speciale si chiama “RL4”. Tra Eur Magliana, San Paolo e Piramide, i pendolari dovranno ripiegare invece sulla metro B (a Magliana c’è lo scambio). Sabato e nei festivi riapriranno tutte le stazioni, ma con frequenze horror, dato che la municipalizzata per ora può sfruttare solo 4 treni. La grana Roma-Lido è sul tavolo del sindaco Gualtieri, che ieri ha incontrato Beppe Sala, annunciando che Atac e l’omologa milanese Atm «lavoreranno insieme e presenteranno progetti comuni». L’opposizione intanto incalza: «Bisogna evitare il decadimento della Roma-Lido - attacca Andrea De Priamo di FdI - I tempi biblici del passaggio di gestione da Atac a Cotral non giustificano il disinteresse della Regione e del Comune per le condizioni disastrose della linea». 

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Il Messaggero