Alla prima campanella dell'anno scolastico manca un mese circa. E ci sono ancora 600 ragazzi - denunciano i sindacati - che sono in bilico, non sanno quale istituto...
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LA TASK FORCE
All'ufficio scolastico - dove si è insediata da meno di venti giorni la nuova direttrice Anna Paola Sabatini - gettano acqua sul fuoco. E spiegano che il fenomeno è più contenuto e che a breve troveranno a tutti gli allievi un banco. In quest'ottica la stessa direttrice Sabatini ha rafforzato all'Usr la segreteria che si sta occupando di questo puzzle. Sì, perché di un risiko si tratta. E vedi coinvolti oltre all'ex provveditorato, anche presidi delle cosiddette scuole in overbooking e famiglie: tra le parti c'è un dialogo costante e uno scambio di informazioni per individuare spazi liberi, cioè un posto in classe, e trasferire gli allievi. Che, promettono dall'Usr, non saranno relegati in istituti dei comuni della Provincia, soprattutto se abitano nelle periferie a Sud e Nord di Roma, come avvenuto in passato.Nel passaggio dalle medie alle superiori, le famiglie hanno tre opzioni da inserire nella domanda di iscrizione dei loro figli: la prima è quella maggiormente vagliata. Spesso i genitori guardano a istituti d'eccellenza in Centro, che finiscono subito in overbooking. Quest'anno il fenomeno ha riguardato circa 3mila studenti, soprattutto in scientifici come Newton, Avogadro o Nomentano e in ex magistrali o ex linguistici come Montessori, Caetani o Machiavelli. In passato faceva testo il bacino di utenza, cioè si applicava il concetto di residenza in senso strettissimo, adesso si dà prelazione ai disabili e vige il criterio della "scuola viciniore", in poche parole è avvantaggiato chi vive nei pressi della scuola. Chi non trova posto, entra in una lotteria. Va da sé che le famiglie dovrebbero mostrare più fiducia verso le strutture di periferia, dove non mancano le eccellenze. «Ma il nodo è un altro - spiega Saverio Pantuso, segretario della Uil Scuola del Lazio - mancano le classi». La scelta dell'indirizzo non è facile per un ragazzino di quattordici anni. «Spesso - aggiunge Cristina Costarelli, preside del Newton che ha dovuto respingere 130 domande - si capisce di aver fatto un errore anche nel passaggio tra il primo e il secondo anno. Si dovrebbe lavorare meglio sull'orientamento coinvolgendo genitori e ragazzi, indicando le opzioni sul territorio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero