Roma, insetti in cucina e pesce scaduto: chiuso un ristorante a Ostia

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Pessime condizioni di igiene e pulizia nelle cucine, con infestazioni di insetti nel deposito alimentare, ma anche pesce scaduto. È quanto scoperto nella tavola calda...

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Pessime condizioni di igiene e pulizia nelle cucine, con infestazioni di insetti nel deposito alimentare, ma anche pesce scaduto. È quanto scoperto nella tavola calda dell'Orsa Maggiore, uno stabilimento balneare di Ostia. L'attività è stata sospesa dopo i controlli, svolti nell'ambito dei servizi straordinari, previsti per tutta la stagione estiva ad Ostia, finalizzati a contrastare parcheggiatori abusivi e venditori ambulanti sul Lungomare Amerigo Vespucci.


Nella giornata di ieri, gli agenti della Polizia del commissariato Lido di Roma, in collaborazione con la Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto, Polizia Locale Roma Capitale, Asl, Ispettorato del Lavoro, hanno avviato dei controlli amministrativi, nei confronti di esercizi commerciali in possesso di licenza per la somministrazione di alimenti e bevande; nel mirino anche la sicurezza igienico sanitaria dei locali, nonché, controlli a tutela della salute e sicurezza degli addetti ai lavori. Nei confronti dello stabilimento balneare Orsa Maggiore, ex Cral delle Poste, con annesso servizio di ristorazione-tavola calda, sono state contestate «gravissime carenze sotto il profilo igienico sanitario».

All'interno delle cucine sono state riscontrate «pessime condizioni di igiene e pulizia». Il deposito alimentare è risultato pieno di deiezioni di animali infestanti, sia a terra che sui muri, le porte delle celle frigo rotte, riscontrati circa 82 kg di prodotti alimentari congelati scaduti, gran parte merce ittica, priva di rintracciabilità interna. Il tutto posto sotto sequestro, con intimazione all'esercente per l'immediata distruzione. Inoltre, in ordine a queste ultime violazioni, il titolare è stato denunciato per detenzione, produzione e somministrazione di alimenti in cattivo stato di conservazione. Lo stesso è stato sanzionato per circa 7000 euro con provvedimento di sospensione dell'attività, fino al completo ripristino dei requisiti previsti dalla normativa. 

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Il Messaggero