Roma, Improta conferma le dimissioni: «Sono stati due anni bellissimi»

Roma, Improta conferma le dimissioni: «Sono stati due anni bellissimi»
«Sono stati due anni molto belli ma anche faticosi: ringrazio il sindaco per l'esperienza che non era prevista ma so di lasciare meno problemi di quelli che ho trovato»....

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«Sono stati due anni molto belli ma anche faticosi: ringrazio il sindaco per l'esperienza che non era prevista ma so di lasciare meno problemi di quelli che ho trovato». Così l'assessore capitolino ai Trasporti Guido Improta riguardo le sue dimissioni.




«Tempi e modalità verranno decise dalle persone che hanno responsabilità politiche e a cui compete il potere di mantenermi in questa carica, sono prerogativa del sindaco e del Pd e mi atterrò alle decisioni che verranno assunte» ha aggiunto Improta. «Prendo atto -ha aggiunto- delle parole di Matteo Orfini e Debora Serracchiani e con i tempi e i modi che hanno voluto indicare collegherò le mie decisioni e le decisioni del sindaco ai paletti che hanno posto».



Improta ha sottolineato: «La mia esperienza era a termine e questa era una cosa nota e l'avevo detto in tempi non sospetti: aderisco alla richiesta del presidente Orfini e del vicepresidente nazionale Serracchiani a non far assumere significato politico a una scelta personale».



Poi Improta ha spiegato: «Per lealtà verso Marino e per il rispetto nei confronti del premier, cui mi lega un rapporto di amicizia e stima, chiarisco che non c'è nesso di causa-effetto» tra la scelta di lasciare la giunta ed essere «una delle centinaia di migliaia di persone che ha votato Renzi alle primarie», specificando che «non c'è stata alcuna telefonata da parte di Renzi: siamo cittadini adulti e sarebbe complicato se il premier dovesse chiamare tutti quelli che si riconoscono in lui».



A chi gli chiedeva se sarà presente all'inaugurazione delle nuove stazioni della metro C la cui apertura è prevista per il 29 giugno, l'assessore ha risposto: «Spero di esserci all'inaugurazione delle nuove stazioni della metro C, forse da privato cittadino». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero