L'archivio di Agnese De Donato: due armadi tutti da esplorare

L'archivio di Agnese De Donato: due armadi tutti da esplorare
Negli Anni 70 Agnese De Donato conosceva tutti gli artisti e gli intellettuali di Roma: li aveva incontrati nella sua libreria in via di Ripetta, che a lungo aveva contribuito ad...

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Negli Anni 70 Agnese De Donato conosceva tutti gli artisti e gli intellettuali di Roma: li aveva incontrati nella sua libreria in via di Ripetta, che a lungo aveva contribuito ad animare la vita culturale della città. Così, quando Agnese diventò fotografa professionista, le si aprirono tante porte ed ebbe l’occasione di scattare immagini preziose in luoghi ed ambienti in cui altri suoi colleghi non riuscivano ad arrivare. Ora Agnese non c’è più, ma ha lasciato il suo archivio nelle mani della nuora Francesca Dantini: due armadi pieni, 200 mila fotografie, alcune stampate, altre conservate solo nei negativi. «È una miniera di immagini rare in larga parte ancora da esplorare, cose che in rete non esistono» dice Francesca, che per esempio di recente ha scoperto l’esistenza di una serie di foto di un evento storico poco documentato: la prima Conferenza internazionale femminista, che si tenne negli Stati Uniti e vide la presenza di John Lennon, unico uomo ammesso e solo in quanto accompagnatore di Yoko Ono. «Quando si è diffusa la notizia di queste foto  mi hanno chiamato da tutto il mondo». Ma chissà quanti altri documenti si potrebbero trovare in quei due armadi, ad andarli a cercare. Francesca vorrebbe digitalizzarli tutti affidandosi a un’agenzia specializzata, ma il costo è alto. «Per finanziare il lavoro ho lanciato una raccolta di fondi su gofundme.com, sto provando anche la strada degli Nft perché lì si vende bene, ma per ora devo fare tutto da sola. Mi sono comprata uno scannerino. Mi sento come se dovessi svuotare il mare con un cucchiaio».

(Nella foto: Agnese De Donato)
pietro.piovani@ilmessaggero.it

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Il Messaggero