Roma, falco pecchiaiolo salvato in extremis. La LIPU di Villa Borghese: «Era talmente debilitato da non riuscire a muoversi»

L’esemplare femmina è la prima di questa specie ospitata dalla struttura. «Di falchi ne abbiamo una ottantina ma dei “pecchiaioli” è il primo

il falco pecchiaiolo ricoverato alla Lipu
«Vedete queste ali? Sapreste riconoscere a chi...

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«Vedete queste ali? Sapreste riconoscere a chi appartengono? Vi diamo un indizio: si tratta di un rapace che, purtroppo, in passato è stato oggetto in Italia di una vera e propria mattanza, per la sua caratteristica di migrare in gruppi di migliaia di individui che, convergendo su alcuni punti di passaggio obbligati, venivano abbattuti in massa» dicono dalla Lipu di Villa Borghese. Si tratta di un falco pecchiaiolo, arrivato nel centro grazie alla preziosa collaborazione dei guardiaparco del Parco dei Castelli Romani che l’ha trovato, è fortemente debilitato, ma la cura ricostituente che sta seguendo lo farà trovare pronto al momento della partenza per l’Africa tra un paio di mesi. «Era magrissimo, di sicuro avrà avuto un trauma cranico e non è riuscito più ad alimentarsi - dice Francesca Manzia responsabile del Centro Recupero Fauna Selvatica della Lipu di Roma a Villa Borghese - pensavamo che non ce la facesse invece con le flebo siamo riusciti a rimetterlo in sesto, se qualcuno non l’avesse trovato sarebbe morto di sicuro. I pecchiaioli sono qui in Italia solo di passaggio arrivano nel periodo di migrazione, solo qualche coppia resta a nidificare anche nei nostri territori come probabilmente questa, lei è una femmina giovane del secondo anno. Anche se l’Italia per questa specie principalmente è un paese di passaggio, alcune coppie, si stima circa solo un migliaio, rimangono a nidificare qui da noi. Il nostro esemplare, è un pecchiaiolo “italiano”. Loro di solito migrano in estate verso Europa in inverno verso l’Africa. Qui in Italia abbiamo soprattutto i falchi pellegrini o i gheppi che attualmente nel centro sono circa una ottantina, sono tutti quelli che nidificano a Roma». Una curiosità sul falco pecchiaiolo che in passato era associato a una tradizione cruenta e barbara: «La sua uccisone durante il passaggio sullo stretto di Messina era dovuta all’assurda tradizione secondo la quale la fedeltà della propria moglie era legata all’abbattimento periodico di un falco. Fortunatamente, in Italia il pecchiaiolo non ha incontrato solo carnefici. Ma anche un’azione di conservazione che ha letteralmente salvato specie come la sua: la legge, emanata ormai trent’anni fa, per regolamentare la caccia. Difficilmente questa specie sarebbe potuta sopravvivere senza questo importante provvedimento legislativo, e l’azione costante antibracconaggio di volontari e forze dell’ordine, che prosegue anche al giorno d’oggi» concludono dalla Lipu.

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Il Messaggero