Avrebbero corrotto alcuni agenti della polizia penitenziaria, ancora da individuare, per procurarsi gli strumenti utilizzati per segare le sbarre e darsi alla fuga. Nei...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I due, che erano stati fermati nella zona di Tivoli, vicino alla capitale, si trovano attualmente detenuti nel carcere di Regina Coeli e nei prossimi giorni verranno interrogati dal pm Silvia Sereni, titolare del fascicolo relativo all'evasione dall'altro penitenziario romano. Secondo l'accusa i due avrebbero corrisposto ad agenti del carcere «una imprecisata somma di denaro» per ottenere gli strumenti «necessari per segare le sbarre delle finestre».
«Il mio assistito - affermano gli avvocati Cristiano Brunelli e Andrea Palmiero, difensori dei due - non mi ha detto nulla di questa circostanza, quindi mi sento di poterla negare. Dinanzi al pubblico ministero ricostruiremo l'esatta dinamica dei fatti».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero