Roma, dramma in sala parto: muore un gemello

Roma, dramma in sala parto: muore un gemello
Il corredino era pronto e pure il doppio fiocco. Ed invece al momento del parto la terribile notizia: un bimbo è nato, l'altro non ce l'ha fatta. Non ha pianto. I...

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Il corredino era pronto e pure il doppio fiocco. Ed invece al momento del parto la terribile notizia: un bimbo è nato, l'altro non ce l'ha fatta. Non ha pianto. I medici hanno tentato di rianimarlo, ma non c'era nulla da fare. Probabilmente era morto qualche ora prima della nascita. Si è trasformata così in un incubo per una coppia di giovani romeni l'atteso arrivo di due gemellini. La gioia della nascita di un bimbo è stata letteralmente stravolta dal dolore della perdita dell'altro.


Una morte per loro evitabile, visto che un mese prima uno dei feti, probabilmente quello che non ce l'ha fatta, aveva mostrato un battito più debole. A poche ore dal parto cesareo, eseguito lunedì nell'ospedale Villa San Pietro, così, il marito della partoriente ha deciso di sporgere subito denuncia all'autorità giudiziaria. Per accertare eventuali responsabilità dei medici, ieri, il sostituto procuratore Attilio Pisani, uno dei magistrati del pool che vigilano sulle colpe sanitarie, ha sequestrato la placenta, la cartella clinica e disposto l'autopsia sul feto. Un accertamento clinico che è stato eseguito già ieri mattina dal professore Antonio Oliva del policlinico Gemelli.

L'INCHIESTA
I risultati saranno noti tra un paio di mesi. Il medico legale dovrà completare gli esami istologici e ricostruire i monitoraggi cardiotocografici fetali eseguiti nello stesso ospedale. All'esame ci sono in particolare gli ultimi due monitoraggi, uno di fine luglio e l'altro eseguito il 12 agosto nel quale era stato rilevato il rallentamento del battito di uno dei piccoli. Quel giorno la partoriente era stata rassicurata dai medici, secondo quanto specificato nella denuncia. Le sarebbe stato spiegato che il battito più lento non destava comunque allarmismi.
 

LA PLACENTA
Una risposta cruciale, per accertare le cause del decesso del feto, potrà arrivare anche dagli esami sulla placenta. Potranno stabilire senza dubbi se la gravidanza gemellare fosse monocoriale monoamniotica. Nel caso i feti fossero cresciuti nello stesso sacco amniotico e in una unica placenta, infatti, non si potrebbero escludere strozzamenti con i cordoni ombelicali. Il parto cesareo era stato programmato per la trentottesima settimana ed è probabile che il feto abbia avuto delle complicazioni a poche ore dalla nascita, eventi rari, ma comunque verificabili, in particolare nelle gravidanze gemellari. A quanto pare durante il parto non sarebbero emerse complicazioni.


Il magistrato ha delegato comunque una consulenza ad ampio raggio per verificare le cause della morte del feto, ma anche se i chirurghi si fossero resi conto o meno della criticità di uno dei feti; e se nel caso abbiano tardato troppo ad intervenire. La direzione dell'ospedale Villa San Pietro si è mostrata subito collaborativa con gli inquirenti consegnando la cartella clinica della paziente. Il pm Pisani ha aperto un fascicolo presupponendo il reato di omicidio colposo, per ora senza iscrizioni nel registro degli indagati. «Vogliamo capire cosa è successo», si è sfogato con un amico il papà dei gemellini «Probabilmente quel battito rallentato era il segnale che c'erano delle complicazioni. Un segnale forse che è stato sottovalutato. E noi non riusciamo a rassegnarci di aver perso un figlio. Li aspettavamo con gioia tutti e due».
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Il Messaggero