Terremoto, dissesto del territorio: cabina di regia al via

I danni del terremoto a Roma, piazza Perin del vaga
ROMA - Al via una Cabina di regia che si occuperà a 360 gradi di tutti gli aspetti legati al dissesto del territorio di Roma Capitale. È la novità...

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ROMA - Al via una Cabina di regia che si occuperà a 360 gradi di tutti gli aspetti legati al dissesto del territorio di Roma Capitale. È la novità introdotta da una memoria approvata in Giunta Capitolina con l'obiettivo di «ottimizzare la gestione di un'area esposta, con sempre maggior  frequenza, a rischi per l'incolumità pubblica a causa di dinamiche geologiche, idrogeologiche, idrauliche e sismiche». Lo annuncia il Campidoglio.


«Il quadro delle competenze in materia sconta una notevole frammentazione, con diritti e doveri distribuiti tra numerosi enti e organismi collocati a diversi livelli di governo. La mancanza di una governance unica si configura, quindi, come principale punto di debolezza del sistema. Allo stato attuale, infatti, il lavoro è suddiviso tra Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana, Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica, Dipartimento Tutela Ambientale, Ufficio Extradipartimentale Protezione Civile - spiega la nota - Ed è proprio per colmare questa lacuna che la Giunta ha stabilito l'istituzione della Cabina di regia.

Alla nuova struttura spetterà il compito di garantire coordinamento e sinergia tecnico-gestionale tra gli uffici di Roma Capitale e gli enti esterni all'amministrazione. Un centro di raccordo che fungerà da fulcro operativo dotato di precise linee guida: efficientare la spesa, implementare i profili operativi, reperire nuove fonti di finanziamento anche su scala internazionale, pianificare e favorire la manutenzione ordinaria, promuovere best practice gestionali. Nel complesso verrà messo a punto un oculato riordino delle funzioni che migliorerà, progressivamente, le opere di prevenzione e protezione. Prosegue, così, l'impegno di questa amministrazione nell'ottica di uno snellimento della burocrazia, di un abbassamento dei costi e di uno sguardo più attento verso il territorio e i processi della natura», conclude. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero