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Tutti (o quasi) d’accordo. Il Pd ha già affrontato l’argomento nelle proprie riunioni interne, riservatissime sul punto, ed è pronto a condividere la mossa con gli alleati di maggioranza. Dagli scranni dell’opposizione c’è chi vede la proposta di buon occhio e sottobanco, già prima di Natale, ha fatto capire che non si farebbe scrupoli a votare sì. Il tema delle larghe intese? Gli stipendi. Nello specifico, quelli dei 48 consiglieri dell’Assemblea capitolina. Gli “onorevoli” comunali, che per tradizione si fregiano dello stesso titolo di deputati e senatori, sono pronti a ritoccare all’insù la propria busta paga, oggi inchiodata a quota 1.500 euro netti al mese, tetto che raggiungono peraltro solo gli stacanovisti, quelli che non mancano nemmeno una seduta. «Oggi guadagniamo troppo poco, un quinto di un consigliere regionale e perfino meno di un presidente di municipio. E con un bel daffare durante la settimana», si è sfogato uno dei promotori dell’iniziativa il 4 gennaio, in una seduta di gruppo col sindaco Gualtieri. Ergo, urge adeguato aumento. Anche il primo cittadino ha dato il via libera.
Del resto per sindaci e assessori, in tutti i grandi comuni dello Stivale, è arrivato un assist dal Parlamento a novembre, subito dopo le elezioni amministrative: potranno rimpinguare il proprio stipendio, fino a pareggiare quello di un presidente di regione. Nel caso di Gualtieri - e dei colleghi a capo delle grandi città - si passerà da 5.700 euro netti al mese a oltre 11mila. Sfruttando la stessa legge, avranno un cospicuo aumento anche i membri della giunta.
E i consiglieri? Alcuni parlamentari, poco prima delle feste, avevano presentato un emendamento per elargire pure alle truppe delle varie assemblee cittadine il raddoppio del salario.
I TEMPI
Visto che da Camera e Senato non sono arrivate buone nuove, ora Palazzo Senatorio ha deciso di fare da sé, modificando il proprio regolamento interno: lo stipendio del consigliere sarà un terzo di quello del sindaco. Circa 3.500 euro netti. A 4 eletti del Pd è stato chiesto di stendere la bozza della delibera, che sarà discussa in Aula con urgenza, entro fine mese, subito dopo il varo del bilancio. «Non vogliamo passare per questuanti - confida, chiedendo l’anonimato, un consigliere dem - incassiamo gettoni senza contributi, nulla, per un importo più basso del minimo tra i dipendenti comunali. E votiamo noi un bilancio di 5 miliardi, con tutte le responsabilità che comporta».
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Il Messaggero