Roma, compra lettere rubate di D'Annunzio: collezionista a processo

Roma, compra lettere rubate di D'Annunzio: collezionista a processo
Hanno acquistato alcune lettere originali e preziose scritte da Gabriele D'Annunzio e Silvio Pellico, che erano state rubate nel 2012 dalla Biblioteca nazionale di Roma....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Hanno acquistato alcune lettere originali e preziose scritte da Gabriele D'Annunzio e Silvio Pellico, che erano state rubate nel 2012 dalla Biblioteca nazionale di Roma. Le missive scomparse erano poi riapparse in vendita sul web e nei mercatini dell'antiquariato. Per la procura, i cinque acquirenti sono colpevoli di ricettazione. La ricostruzione della pm Laura Condemi è stata accolta dal gup Flavia Costantini, che ha rinviato a giudizio uno dei collezionisti, fissando l'udienza dibattimentale al prossimo 5 luglio. Il giudice ha anche disposto la trasmissione degli atti, per competenza territoriale, alle procure di Treviso e Milano, in relazione agli altri quattro imputati.


Tra i documenti trafugati e acquistati, ci sono anche alcuni atti della polizia di Stato e della gendarmeria vaticana. Nel capo d'imputazione si legge che le «lettere manoscritte, a firma di Gabriele D'Annunzio e Silvio Pellico» sono in tutto 41 e hanno «la medesima provenienza delittuosa». Perquisendo l'abitazione del collezionista, i carabinieri hanno trovato anche «34 pugnali di varia forgia e fattura, due spade in ferro, una delle quali risalente alla metà di diciannovesimo secolo e recante l'incisione Guardia Civica Pontificia 1847 e un moschetto modello Balilla», è scritto negli atti della procura. Gli autori del clamoroso furto avvenuto nella biblioteca di Castro Pretorio, invece, non sono mai stati identificati.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero