Abiti, coperte, stracci stesi su una rete di cantiere. Poi, cartoni, tanti, usati come giacigli. Si vedono pure borse, valigie e trolley ammassati sul marciapiede e tra le piante....
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OASI DI DEGRADO
Ci si lascia il Colosseo alle spalle, e si procede verso piazza Venezia. Dopo qualche metro, sul lato sinistro, l'attenzione non può che essere rapita dal cantiere del Foro della Pace. I resti di marmi millenari che riaffiorano in diretta, per la gioia dei turisti. Non solo, ma lì accanto spicca anche la facciata della chiesa dei Santi Cosma e Damiano (gettonata per matrimoni). Ed è proprio da questo punto che inizia via in Miranda. Quasi una stradina pensile sulle rovine degli imperatori. Seguendo il tracciato, si arriva ad una sorta di terrazza esclusiva su Foro romano e Palatino. La via Sacra è ad un passo. A sinistra la grandiosità del Tempio di Romolo, a destra le colonne colossali del Tempio di Antonino e Faustina. Poco prima il via vai congestionato di migliaia di turisti. Qualche metro più su, la calma, il silenzio di via in Miranda. Un'oasi di grande bellezza? Tutt'altro. Il biglietto da visita è uno sbandato che dorme (sono le 13:30) ad un passo dal Foro della Pace. Più il là, gli scampoli di una baraccopoli. Un deposito di trolley, cassette, cartoni stesi a terra, panni e coperte ammucchiati, un piccolo dislivello del marciapiede usato come latrina. C'è chi bivacca, chi aspetta, chi arriva e riparte con buste. Eppure su via in Miranda si aprono gli uffici della Soprintendenza archeologica, e quelli del Nobile Collegio Farmaceutico. Terra di nessuno.
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Il Messaggero