Roma, nel cuore dei Fori cumuli di rifiuti e una baraccopoli per sbandati

Roma, nel cuore dei Fori cumuli di rifiuti e una baraccopoli per sbandati
Abiti, coperte, stracci stesi su una rete di cantiere. Poi, cartoni, tanti, usati come giacigli. Si vedono pure borse, valigie e trolley ammassati sul marciapiede e tra le piante....

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Abiti, coperte, stracci stesi su una rete di cantiere. Poi, cartoni, tanti, usati come giacigli. Si vedono pure borse, valigie e trolley ammassati sul marciapiede e tra le piante. Una fontanella (il tipico nasone) che all'occorrenza funge da doccia. Un anfratto tra gli alberi diventa la latrina d'emergenza. E ancora scarpe, buste, taniche di plastica sparse sul prato incolto. E un'aiuola come rendez vous per organizzare il lavoro e passarsi la merce. Il tutto con vista sui monumenti dell'antichità. In altre parole, casa e bottega ai Fori Imperiali. Più che casa, un accampamento di fortuna per gli ambulanti del centro storico, dormitorio ai margini sociali, lontano anni luce dal decoro che dovrebbe spettare all'area archeologica più importante del mondo (come amano ripetere politici e personalità dall'amministrazione). E se l'ambizione è quella del parco archeologico, il degrado alla luce del sole sembra far parte del pacchetto. Basta fare un salto a via in Miranda. Nome che forse, nell'immediato, evoca poche suggestioni, ma che in realtà sarebbe davvero un gioiello. Ma il condizionale è doveroso. Stradina chiusa, incastonata in uno degli angoli più panoramici dei Fori imperiali. Eppure oggi è diventata il “rifugio” di senza fissa dimora che qui hanno allestito il loro buen retiro. Un gruppetto di quattro/cinque persone rimane sempre a presidiare il dormitorio. Gli altri, a rotazione, vanno e vengono durante la giornata. Passa la fantasia a percorrerla. Da soli è quasi sconsigliato. Off limits di sera dopo il tramonto. Un paradosso. Situazione che si trascina ormai da tempo, mesi. I controlli stentano a mantenere il decoro. Lo si intuisce dall'erba alta dei prati, dai rifiuti accumulati, dalla postazione permanente del dormitorio. Vediamo nel dettaglio.


OASI DI DEGRADO


Ci si lascia il Colosseo alle spalle, e si procede verso piazza Venezia. Dopo qualche metro, sul lato sinistro, l'attenzione non può che essere rapita dal cantiere del Foro della Pace. I resti di marmi millenari che riaffiorano in diretta, per la gioia dei turisti. Non solo, ma lì accanto spicca anche la facciata della chiesa dei Santi Cosma e Damiano (gettonata per matrimoni). Ed è proprio da questo punto che inizia via in Miranda. Quasi una stradina pensile sulle rovine degli imperatori. Seguendo il tracciato, si arriva ad una sorta di terrazza esclusiva su Foro romano e Palatino. La via Sacra è ad un passo. A sinistra la grandiosità del Tempio di Romolo, a destra le colonne colossali del Tempio di Antonino e Faustina. Poco prima il via vai congestionato di migliaia di turisti. Qualche metro più su, la calma, il silenzio di via in Miranda. Un'oasi di grande bellezza? Tutt'altro. Il biglietto da visita è uno sbandato che dorme (sono le 13:30) ad un passo dal Foro della Pace. Più il là, gli scampoli di una baraccopoli. Un deposito di trolley, cassette, cartoni stesi a terra, panni e coperte ammucchiati, un piccolo dislivello del marciapiede usato come latrina. C'è chi bivacca, chi aspetta, chi arriva e riparte con buste. Eppure su via in Miranda si aprono gli uffici della Soprintendenza archeologica, e quelli del Nobile Collegio Farmaceutico. Terra di nessuno.

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Il Messaggero