Roma, la crisi morde gli artigiani: «Nessuno vuole investire e il futuro ora ci fa paura»

Il dossier della Cna: oltre il 60% delle piccole imprese non impiega nuovi fondi

Roma, la crisi morde gli artigiani: «Nessuno vuole investire e il futuro ora ci fa paura»
Sono scoraggiati e non hanno voglia di investire sul futuro. Si prevede un 2023 davvero duro per gli artigiani romani. La fotografia di un'analisi di Cna Roma (commissionata...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Sono scoraggiati e non hanno voglia di investire sul futuro. Si prevede un 2023 davvero duro per gli artigiani romani. La fotografia di un'analisi di Cna Roma (commissionata all'istituto di ricerche Swg) denota un atteggiamento molto prudente da parte degli imprenditori romani, che si trovano in una sorta di condizione di stallo. Nel primo semestre di quest'anno più di 6 artigiani su 10 (il 64%) non ha fatto investimenti e poi per tutto il resto dell'anno ha deciso di non farlo. I numeri sono stati ben diversi nel secondo semestre del 2021: solo il 51% aveva paura di mettere qualche euro nella sua impresa per farla crescere.

LA PAURA

«Tra gli imprenditori romani c'è tanta paura. L'incertezza è il sentimento dominante sebbene in questo momento stiano lavorando in modo molto più intenso rispetto ai periodi più neri del passato - commenta Stefano Di Niola, segretario della sede romana della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa - I dati dimostrano come ci sia una spiccata preoccupazione». Diversi sono i temi che stanno mettendo a dura prova gli imprenditori capitolini: prima la pandemia con i continui lockdown, poi il caro-bollette, l'aumento dei prezzi delle materie prime e la crisi energetica. «Ma c'è un dato tutto particolare: le previsioni danno a Roma un tasso di crescita del 3,9% su stime che, mesi fa, erano ancora peggiori: per la Capitale si pensava al 3,2%. Eppure partivamo dallo 0,3% dello scorso anno. Ecco, sebbene siamo andati meglio rispetto alle previsioni, tutto questo si deve scontrare con la forte incertezza che perdura tra gli imprenditori della Capitale».

 

 

Ma esiste una ricetta per affrontare questo scoramento delle imprese romane? «Le istituzioni dovrebbero dare una sterzata d'entusiasmo alle imprese. A livello locale attendiamo con fiducia tutto quello che dovrà arrivare a Roma già l'anno prossimo con la Ryder Cup, e poi tutti speriamo nell'assegnazione dell'Expo 2030, senza contare poi il Giubileo del 2025 e quello straordinario del 2033, due grandi momenti per la città. Speriamo che con tutti questi grandi eventi le preoccupazioni degli imprenditori rimarranno solo brutti ricordi. Poi, sicuramente, bisogna impegnarsi al massimo per i grandi eventi nazionali». Le aspettative economiche capitoline sono però particolarmente variegate. «Il centro sta andando bene e lì stiamo andando nella direzione giusta anche grazie a nuovi alberghi a cinque stelle che hanno intenzione di aprire e che porteranno un turismo sempre più altospendente in città - aggiunge Stefano Di Niola - Per le periferie la situazione è invece a macchia di leopardo, molte continuano a soffrire». Per il segretario degli artigiani romani c'è anche da fare un passo in più a livello nazionale, partendo da una manovra economica di fine anno che «dovrebbe prevedere maggiore interesse proprio per le piccole e le piccolissime imprese». E serve un maggior impegno sul credito: «Da una parte le attuali normative in materia di credito scoraggiano le banche a erogarne a chi non ha solidità, da un'altra bisognerebbe incentivarle a rischiare un po' di più per non soffocare la ripresa».
 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero