Roma, il Comune occupa da 30 anni un terreno privato, il Tar: «Risarcire i proprietari»

Roma, il Comune occupa da 30 anni un terreno privato, il Tar: «Risarcire i proprietari»
Un terreno, mai espropriato, asfaltato negli anni 80 per realizzare una strada. E, ora, una battaglia giudiziaria condotta dai proprietari della area con il Comune di Roma,...

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Un terreno, mai espropriato, asfaltato negli anni 80 per realizzare una strada. E, ora, una battaglia giudiziaria condotta dai proprietari della area con il Comune di Roma, perché quell'appezzamento di terra sarebbe stato occupato abusivamente per quasi un trentennio. A risolvere la bagarre, i giudici del Tar del Lazio, che hanno condannato il Campidoglio a pagare un risarcimento ai legittimi possessori dell'area, oggi attraversata da via Ignazio Silone, che collega piazzale Laurentino a via Cristoforo Colombo.


Il progetto dell’opera stradale è stato approvato dal Comune di Roma il 24 marzo 1983 e i lavori sono stati ultimati nel 1990. Parallelamente all'intervento, è stato avviato il provvedimento di esproprio del terreno che, però, non è mai stato portato a termine. Nel giugno 2009, per regolarizzare la situazione di abuso, il Comune ha emanato una determinazione dirigenziale con la quale ha proposto ai proprietari «una conciliazione stragiudiziale offrendo, a fronte della cessione del bene, il pagamento di una cifra forfettaria, inclusiva di interessi e risarcimento danni». Nella sentenza, però, si legge che «a tutt’oggi la situazione non ha trovato sbocco e permane la condizione di illecita occupazione dell’area». I proprietari, nel ricorso presentato al Tar del Lazio, hanno quindi chiesto «il risarcimento dei danni derivanti dall’illecita utilizzazione dell’area». Secondo una perizia depositata dai ricorrenti, il valore del terreno sarebbe pari a 228mila euro e «tale somma andrebbe rivalutata all’attualità, per un ammontare di euro 441.460,58, cui vanno aggiunti gli interessi legali».


Nell'aprile dello scorso anno, l’amministrazione capitolina ha depositato al Tar la proposta di «definizione bonaria della vicenda», che prevedeva la cessione della proprietà dell’area e il pagamento forfettizzato di 190mila euro. Nel dicembre del 2016, quindi, i giudici hanno dato a Roma Capitale 90 giorni per provvedere all'acquisizione del terreno. Il Campidoglio, però, non ha risolto la questione nel tempo stabilito. Per il Tribunale, «ci si trova al cospetto di una procedura espropriativa che non è stata mai conclusa». Le aree di proprietà dei ricorrenti «sono state occupate e irreversibilmente trasformate». La pubblica amministrazione, per i giudici, «non può divenire proprietaria del suolo sulla base di un atto illecito». Per questo motivo, la richiesta di risarcimento «deve essere accolta». Roma Capitale avrà altri 90 giorni per proporre ai ricorrenti una somma che tenga conto «dei danni connessi alla perdita del diritto di proprietà» e di quelli «conseguenti all’occupazione illegittima del bene», oltre agli interessi e alle spese legali. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero