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L’incontro all’improvviso, dopo la svolta tra via Guicciardini e via Carlo Botta. Un uomo con riccioli lunghi avanza lentamente, spacca una bottiglia e poi l’afferra per il collo. Bastano pochi secondi e, in una Roma semideserta, un’aggressione a scopo di rapina si trasforma in un tentativo, violentissimo, di stupro. «Ho avuto paura anche di morire - racconterà poi la vittima, una manager di 45 anni- «Mi ha detto “Ti violento. E se urli ti ammazzo”. Ma all’inizio voleva soldi».
È successo una settimana fa, martedì 15 dicembre, pochi minuti prima che scattasse il coprifuoco serale. La passante in una manciata di secondi si è ritrovata a terra tra le auto parcheggiate, senza possibilità di urlare. L’aguzzino che si divincola su di lei, di peso, chiede soldi e poi cambia idea: «Ti violento e se chiedi aiuto faccio venire anche un amico. E sarà peggio». Lo stupro non si consuma per un soffio. Tutt’intorno solo qualche vetrina illuminata, nessuna auto, nessun passante.
L’aggressore – che si rivelerà essere un cittadino di 29 anni del Mali - è esagitato, fruga dentro i pantaloni, sotto gli slip, e nella borsa della donna, con un bacio le provoca una lesione le labbra. Ora è in galera per violenza sessuale e rapina. Gli agenti del Commissariato Esquilino, raccolto il racconto accorato della vittima, hanno scandagliato le telecamere di sicurezza in centro e hanno identificato l’aggressore in un malese senza fissa dimora che vive da tempo in giacigli di fortuna a Colle Oppio.
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La denuncia
La vittima si presenta al commissariato alle due di notte del 16 dicembre. È ancora in lacrime, in tasca ha un certificato medico che le hanno appena rilasciato all’ospedale San Giovanni, dove i medici le hanno prestato un primo soccorso. Ha un taglio sulle labbra, dei lividi al collo. La prognosi è di una settimana. Per il terrore vissuto, però, ci vorrà più tempo. «Era un uomo alto, di corporatura magra, coi riccioli lunghi, di pelle nera - racconta - Ha rotto una bottiglia e mi ha afferrato per il collo. Con un colpo mi ha buttato a terra. Urlava: “Vai giù e dammi soldi. Ho pure un coltello. Adesso chiamo un amico e ti ammazza”. Terrorizzata, gli ho offerto i 40 euro che avevo in borsa. Prendi quelli, ho solo quelli, dicevo. Ma all’improvviso l’uomo, sempre tenendomi sotto di lui, ha incominciato a divincolarsi e a palpeggiarmi infilando le mani sotto i pantaloni. Sono stati minuti da incubo. Alla fine ha preso i soldi, il borsello, i documenti e chiamando qualcuno ha detto “È qua” e poi è scappato via». Considerata la gravità dell’accaduto per l’aggressore, vista l’incapacità di contenere le pulsioni sessuali, come specificato dal magistrato, è stata emessa una misura cautelare in carcere. I reati di rapina e violenza sessuale sono stati considerati aggravati per aver approfittato di una donna sola che camminava per strada in orario notturno.
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