Pedofilia, ancora un caso a scuola: questa volta è accaduto all'elementare «Bambini del mondo» di Cinecittà Est, a Roma. Un addetto del personale Aec...
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Le indagini sono scattate dopo che alcune maestre, insospettite dal fatto che da qualche settimana il bimbo, accompagnato dall'uomo, impiegava un tempo eccessivo per fare ritorno dai bagni. Il 20 febbraio un insegnante ha sporto denuncia: sono state allertate dunque le forze dell'ordine che hanno immediatamente avviato le indagini fino all'arresto disposto da Maria Monteleone, procuratore aggiunto a Roma, che coordina il gruppo di pm che si occupano dei reati contro donne e minori.
L'uomo dovrà rispondere di violenza sessuale aggravata. L'indagine è stata condotta dagli agenti della Squadra Mobile e del Commissariato Romanina. Dalla denuncia si è appreso che il bimbo necessitava di continua assistenza, essendo equiparabile a un bambino di tre anni e, pertanto, l'uomo era stato incaricato di accompagnarlo e accudirlo fuori dall'aula. G.P, queste le iniziali del pedofilo, collaboratore esterno della scuola, era un dipendente di una società cooperativa, conosciuto come persona seria e affidabile.
Le indagini, coordinate dalla locale Procura, svolte con l'ausilio di intercettazioni audio-video, hanno permesso di «cristallizzare» il reato, ragion per cui gli investigatori della IV Sezione della Squadra Mobile e del Commissariato Romanina sono immediatamente intervenuti arrestando l'uomo, che è restato in silenzio, per poi essere condotto in carcere a disposizione dell'Autorità giudiziaria. Durante la perquisizione domiciliare, effettuata presso l'abitazione dell'indagato, la sua autovettura e l'armadietto usato presso la scuola, i poliziotti hanno sequestrato tutto il materiale informatico rinvenuto. Sono tuttora in corso indagini atte a verificare l'eventuale commissione di altri fatti delittuosi.
«Siamo sconvolti, non ci aspettavamo proprio che una cosa del genere potesse accadere, e ora, anche se quell'uomo è stato arrestato e messo in condizioni di non nuocere più, abbiamo paura per i nostri figli», dicono ancora sotto choc i genitori della scuola elementare. Ma c'è anche rabbia tra i parenti che ogni giorno portano i propri bambini a scuola. «È incredibile che si debba avere paura di mandare i bambini a scuola. Si leggono queste cose sui giornali ma quando ti toccano da vicino è un'altra storia», dice Luca, il papà di un bambino che frequenta la classe accanto a quella della piccola vittima. «In questo momento - dice ancora una mamma - il nostro pensiero e un grande abbraccio va alla famiglia del piccolo, distrutta e provata da quanto accaduto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero