Roma, chiude dopo 120 anni lo storico negozio di calzature Palmi

Roma, chiude dopo 120 anni lo storico negozio di calzature Palmi
Migliaia di romani hanno comprato le scarpe da lui. Ma ora è proprio Roma a fargli le scarpe. Venerdì, infatti, è l'ultimo giorno di apertura per lo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Migliaia di romani hanno comprato le scarpe da lui. Ma ora è proprio Roma a fargli le scarpe. Venerdì, infatti, è l'ultimo giorno di apertura per lo storico negozio di calzature Palmi che dopo 120 anni di attività abbasserà le saracinesche di via Milano per l'ultima volta. 


Il motivo? La Banca d'italia, proprietaria delle mura, ha rescisso il contratto d'affitto per dar spazio a un nuovo progetto: il museo della moneta. Eppure anche nel piccolo negozio prima del Traforo di storia ne è passata tanta: politici, manager, personaggi del mondo dello spettacolo erano soliti acquistare da lui le calzature da uomo e da donna. Come Clio Napolitano, una delle clienti più affezionate.

Da oltre quarant'anni la bottega è gestita da Carmine Manzo, che entrò a negozio come dipendente, poi direttore, fino a rilevarlo definitivamente. E in queste ore gli piange il cuore. «E pensare che nel 2009 - ricorda mostrando il certificato - il Comune di Roma ci aveva riconosciuto come bottega storica della Capitale». Ma neanche la certificazione è servita a tutelarlo. Il titolare ha fatto ricorso ma ha perso. «La Banca d'Italia - racconta Manzo - ha cercato di aiutarmi a trovare altre collocazioni ma senza fortuna. Dal Comune, invece, niente» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero