Il silenzio riempie lo spazio. Una volta entrati, non si percepisce più nulla della città caotica che vive in superficie a dieci metri d’altezza sopra le...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I COLORI
Se ne possono vedere quattro ora, spettacolari negli effetti cromatici, dove spiccano gli strati lattiginosi dei depositi di carbonato di calcio. Sembrano patine di ghiaccio. Sono i tesori naturali di un sistema caveale che ha il valore di un libro di storia. La Soprintendenza e Roma Sotterranea hanno cominciato a documentarlo dal 2004, ma da poco è stata intercettata una fessura da cui accedere ad un altro settore inedito, ancora tutto da esplorare: «Queste cave sono un unicum, perché scavate nel cuore di Roma, nella parte più antica della città, entro le Mura Serviane», sottolinea Simona Morretta, funzionario della Soprintendenza responsabile del Celio. Perché, come è noto, le “coltivazioni” di cave avvenivano sempre in zone periferiche. La storia del Celio riaffiora. «Lo sfruttamento delle cave parte in età repubblicana per continuare almeno fino al tardo impero - riflette Morretta - Non è escluso che lo stesso santuario di Claudio sia stato costruito con questo materiale». Il percorso è ricco di sorprese. Gli speleologi si emozionano nell’indicare tutte le curiosità di questo piccolo mondo antico. Sulle volte si leggono nitidi, come fossero stati incisi ieri, i solchi degli scalpelli dei “fossores”, gli scavatori. Sulle pareti si trovano piccole fessure dove gli operai poggiavano le lucerne a olio lampante (sono visibili persino le bruciature dopo duemila anni). Mentre rimangono un mistero alcune nicchie: «Forse le riempivano d’acqua per rinfrescarsi durante il lavoro», ipotizza Cusin. Pensare che antichi fili elettrici rievocano oggi l’uso delle cave come rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero