Il palazzetto che ospita, gratis, le associazioni dei vigili urbani romani è in una delle strade più belle di Roma, che serpeggia alle pendici il colle Palatino e si...
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LE UTENZE
La questione, però, non riguarda soltanto il canone d’affitto: l’Arvuc non avrebbe nemmeno avuto l’obbligo di pagare le utenze, nonostante, nel corso degli anni, gli stessi vertici dell’associazione abbiano avanzato numerose richieste di messa in regola, indirizzate alla direzione della Gestione del Patrimonio del Comune. Il circolo, in sostanza, avrebbe chiesto più volte di regolarizzare la propria posizione e ottenere un normale contratto di locazione. Ma non avrebbe ricevuto risposta. Ora la Corte di Conti indaga per danno erariale. E il pm Guido Patti ha incaricato la Finanza di fare chiarezza. I militari hanno acquisito tutti i contratti d’affitto dal 2010 a oggi. E anche la documentazione relativa alle spese sostenute dall’associazione.
LE INDAGINI
Gli approfondimenti sul caso delle locazioni comunali concesse a canoni irrisori, comunque, corrono su due binari paralleli. Da un lato c’è la magistratura contabile, con gli inquirenti di via Baiamonti che hanno aperto circa cinquanta fascicoli, dall’altro lato lavora invece la Procura, che ha avviato tre diverse inchieste sulla vicenda, affidate ai pubblici ministeri Alberto Galanti, Corrado Fasanelli e Giorgio Orano. E adesso, dopo il deposito del dossier del commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, gli accertamenti subiranno un’accelerazione. Le contestazioni ipotizzabili sono due: abuso d’ufficio, in carico ai dirigenti capitolini responsabili di una gestione inoculata del patrimonio immobiliare, e truffa.
La seconda accusa potrebbe essere mossa nei confronti dei beneficiari del trattamento privilegiato, ovviamente, solo se dagli accertamenti emergesse che ad aggiudicarsi un alloggio a prezzo agevolato siano stati soggetti non indigenti, ma “furbetti” che, dichiarando un reddito fasullo e magari con la complicità di funzionari infedeli, sono riusciti a ottenere un prezzo di riguardo pur vantando un conto in banca entro la norma. Come prima mossa, i magistrati del pool che si occupa di pubblica amministrazione passeranno al setaccio le dichiarazioni dei redditi degli inquilini. Al loro fianco e in collaborazione con il Comune, scenderanno in campo anche gli ispettori dell’Agenzia delle Entrate, che andranno a caccia dei falsi poveri insediati nelle case del Campidoglio a due passi dai principali monumenti di Roma. Nel frattempo, proseguono gli accertamenti del commissario straordinario. Dopo l’indagine eseguita nel I Municipio, Tronca intende estendere i controlli anche ad altri quartieri: dall’Aurelio al Flaminio, dal Salario a San Giovanni, fino alla Garbatella. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero