Case comunali a Roma, 5.500 con abusi: «Siamo pronti alle demolizioni»

(Foto Ansa)
Non sono del Comune, ma presto entreranno a far parte dello sterminato patrimonio di Roma Capitale: 5.500 immobili totalmente abusivi. Si tratta anche di case, appartamenti e...

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Non sono del Comune, ma presto entreranno a far parte dello sterminato patrimonio di Roma Capitale: 5.500 immobili totalmente abusivi. Si tratta anche di case, appartamenti e addirittura ville con piscina, costruite senza licenza edilizia e quindi non sanabili che sono stati acquisiti per legge nel patrimonio immobiliare del Campidoglio. Saranno demolite, se sarà possibile, o confiscate. E date in concessione alle associazioni di volontariato. E' questo l'ultimo fronte di una saga senza fine: quella del patrimonio pubblico della Capitale. Il dossier adesso è nelle mani di Rosalba Castiglione, chiamata da Virginia Raggi a occuparsi di questo dossier. Secondo la mappa disegnata dagli uffici: il fenomeno delle case abusive è diffuso e radicato in tutti 15 municipi di Roma.


Questo nuovo capitolo si va inserire in una gestione a dir poco complicata di un settore ancora pieno di misteri e difficile da catalogare. L'assessore Castiglione annuncia che vorrà rendere tutto digitale per esercitare un controllo più trasparente e agile. A oggi non si sa nemmeno quanti siano i documenti nella banca dati comunale. Che assomiglia più a un gigantesco e disordinato insieme di scartoffie che a un vero e proprio archivio. In queste condizioni, è praticamente impossibile calcolare gli arretrati per migliaia di morosi. Intanto andrebbe capito esattamente quanti sono i contratti da archiviare. I calcoli che girano nei corridoi del dipartimento non sono dei più puntigliosi. Si parla di una mole di fogli tra gli 8 e i 15 milioni.

LA STRETTA

Al momento però le azioni concrete dell'amministrazione sono ferme, o quasi. Soprattutto per i casi più eclatanti. Sulla carta la linea della giunta pentastellata è: avanti con gli sgomberi per negozi mascherati e partiti politici morosi, stop (temporaneo) per le associazioni socio-culturali. Una delibera votata dalla giunta di Virginia Raggi lo scorso 22 febbraio dettava la linea. Poi è arrivata la sentenza della Corte dei conti che esclude il danno erariale sulle associazioni di volontariato che occupano gli immobili e la situazione si è bloccata. E anche i partiti tirano un sospiro di sollievo. Con casi limite, abbastanza emblematici. Basta farsi due passi in via delle Terme di Traiano, alle spalle di Colle Oppio, praticamente in bocca al Colosseo. Proprio qui si trovano due sedi vicine (quella di FdI tecnicamente risulta agli uffici comunali come «terreno») e con l'identico canone stracciato: 12.91 euro al mese. Nessuna discriminazione, è da sempre così: tariffa uguale per rossi e neri. Meno di una pizza e una birra, e passa la paura. Stessa vicenda, ancora più controversa, è toccata ad alcune sedi Pd, a partire da quella storica di via dei Giubbonari.

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Il Messaggero