#gustando l’eternità di #Roma mi lascio andare al festival dell’ovvio... cena a base di Carbonara e Carciofi...
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mi lascio andare al festival dell’ovvio...
cena a base di Carbonara
e Carciofi alla giudea!!!
@ambaradan02
Spaghetti alla amatriciana? No. Tonnarelli cacio e pepe? Nemmeno. Rigatoni con la Pajata? Niente da fare. Per chi non vive nella Capitale, Roma a tavola fa rima con carbonara.
Il motivo? Vallo a capire. Sta di fatto che se parli con un giovanotto di Torino, con una ragazza di Milano o con un anziano di Napoli ti dicono tutti la stessa cosa: «Non vedo l’ora di venire a Roma e di mangiarmi una carbonara».
In molti non ne conoscono neanche i segreti. Non sanno che non si usa la pancetta ma il guanciale, che non si condisce con il parmigiano ma rigorosamente con il pecorino. Che l’uovo non va mai versato nella padella con il guanciale caldo altrimenti si condensa. E che la panna è quasi una bestemmia. Eppure basta andare su Twitter e cercare la parola carbonara per imbattersi in un diluvio di tweet, soprattutto di non romani, che se la sognano. Chiara (@itwasrare) ieri pomeriggio scriveva: «Voglio tornare a Roma e mangiare la carbonara». Venerdì Silvia (@Silwioskyy) postava: «Vorrei andare a Roma solo per una carbonara». Rita, non l’ha scritto ma lo ha fatto: lo stesso giorno è partita da Milano, ne ha gustato una porzione come si deve, e la mattina dopo è risalita sul treno per la Lombardia. Francesco (@panesugo) fa addirittura il verso a Nino Manfredi: «Pe’ fa ‘na vita meno amara magnate ‘na carbonara!!! #roma #aromasemagnaesebeve». Che dite: potrebbe essere questa la ricetta, in tutti i sensi, per rilanciare il turismo all’ombra del Colosseo?
davide.desario@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
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