Roma, «Ho un forte mal di schiena», in malattia dal lavoro per una settimana: ma il carabiniere è in vacanza

Roma, «Ho un forte mal di schiena», in malattia dal lavoro per una settimana: ma il carabiniere è in vacanza
Diceva di soffrire di lombosciatalgia e di avere dolori lancinanti alla schiena. Quindi, si è presentato al lavoro munito di certificati medici, che gli hanno permesso di...

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Diceva di soffrire di lombosciatalgia e di avere dolori lancinanti alla schiena. Quindi, si è presentato al lavoro munito di certificati medici, che gli hanno permesso di assentarsi per un paio di settimane. In realtà, M. S., carabiniere in servizio all'aeroporto di Fiumicino, si voleva solo prendere una settimana di vacanza. Il suo imbroglio, però, è stato scoperto. E ora il militare si ritrova a giudizio di fronte ai magistrati della Corte dei conti e rischia di dover risarcire l'Arma per i giorni di finta malattia. La vacanza rischia di costargli cara: il viceprocuratore generale Francesco Maffei ha chiesto che M. S. restituisca 6.324 euro. Cifra che, per la procura contabile, costituirebbe a tutti gli effetti un danno erariale.


IL VIAGGIO

I fatti risalgono al marzo e all'aprile del 2012. Il militare si rivolge al suo medico curante e gli chiede di realizzare qualche certificato falso per consentirgli di prendere alcuni giorni di riposo. Il dottore, contrariato, decide di ricusare il paziente. Il carabiniere riesce però a trovare un camice bianco compiacente. Nel giro di pochi giorni, il militare si presenta quindi al lavoro all'aeroporto dicendo di essersi fatto visitare per un forte mal di schiena. L'uomo sostiene che il suo nuovo medico sia stato tassativo e gli abbia imposto di stare in malattia per almeno una settimana: riposo assoluto. Invece di restare a casa, però, il militare vola in Canada. A Toronto, per la precisione, dove trascorre una vacanza con la famiglia. Il 2 aprile, il carabiniere torna a Roma. Quando il suo imbroglio viene scoperto, il militare, ex maresciallo capo, viene sospeso per un periodo e viene anche degradato. È stato fortunato: all'epoca dei fatti non era ancora entrata in vigore la legge Brunetta, quella sui cosiddetti fannulloni. Il carabiniere, infatti, oggi rischierebbe il licenziamento in tronco. Mentre il medico compiacente rimasto estraneo alle indagini contabili sempre secondo la legge Brunetta, avrebbe potuto rischiare la radiazione dall'albo.
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Il Messaggero