Roma bistrattata e il riscatto possibile

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Sono stato a Roma e a Milano Non c’è paragone. Milano è efficientissima, Roma un disastro. Non è...

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Sono stato a Roma e a Milano

Non c’è paragone. Milano è
efficientissima, Roma un disastro. Non è
ideologia. Lo dicono i tabelloni della metro
@AgrandeAt

Povera Roma. Da Città Eterna, da doppia capitale dell’Italia e della cristianità, da simbolo della Dolce Vita e culla della civiltà è diventata un sinonimo di disastro, inefficienza, caos.

Una mutazione terribile e ingiusta. Che parte da lontano. Come il debito del Comune. E si è alimenta di inchieste su infiltrazioni mafiose (che poi mafia pare non sia), di funerali show targati Casamonica (ma con distrazione di gran parte delle istituzioni), di hooligan che devastano piazza di Spagna, di strade devastate da buche che nessuno ricopre e le uniche cose che dovrebbero rimanere aperte, i tombini, sono otturate di foglie o peggio del catrame di asfaltature da "arresto" e di una visione mediocre che rifugge i grandi eventi per paura di fallire a favore della quotidianità ma poi anche quella cade a pezzi. Compreso un banale albero di Natale diventato simbolo al contrario.

Così a Santo Stefano quando Cortina rimane ostaggio della neve e la circolazione va in tilt sul Corriere Veneto si legge: «Mai visto un disastro del genere, sembra di essere a Roma».

Nello stesso giorno in Inghilterra decidono di eliminare qualsiasi collegamento ferroviario tra l’aeroporto di Gatwick e Londra: la città si può raggiungere solo in taxi o in pullman. La ressa è tanta. Per salire su un bus c’è chi ha atteso anche tre ore. E anche lì c’è chi commenta: «Una disorganizzazione assurda: ma siamo a Londra o a Roma?».

Ecco Roma non merita tutto questo. Roma può e deve invertire questa tendenza e cancellare questa nomea. I romani hanno tutto il 2018 davanti per far cambiare idea al mondo intero.

davide.desario@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero