Roma perde «Capitale»: più spese per cambiare divise, segnali e carte

Roma perde «Capitale»: più spese per cambiare divise, segnali e carte
Roma Capitale? Una moda passeggera, almeno per quanto riguarda loghi e insegne ufficiali del Campidoglio. Archiviata dalla decisione dell'amministrazione comunale, che ha...

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Roma Capitale? Una moda passeggera, almeno per quanto riguarda loghi e insegne ufficiali del Campidoglio. Archiviata dalla decisione dell'amministrazione comunale, che ha modificato sia il logo istituzionale - con la scomparsa della dicitura “Capitale” a fianco del nome della città - sia quello dedicato alla comunicazione verso l'esterno, soprattutto sul fronte turistico e commerciale, con la nuova scritta “Rome & you” che punta sull'inglese per presentare la Città eterna. L'ulteriore cambio di logo costerà alcune decine di migliaia di euro (50 mila secondo alcune stime), anche se gran parte della cancelleria griffata “Roma Capitale” sarà utilizzata fino allo smaltimento delle scorte.




LA RIFORMA

Peccato che l'introduzione del marchio Roma Capitale fosse arrivato recentemente al termine di un lungo iter, partito dalla riforma del titolo V della Costituzione (nel 2001) per arrivare a una serie di decreti (ancora incompleta) concepiti per ampliare fondi e poteri a disposizione della città. Roma Capitale è infatti definito dalla Carta fondamentale come un Comune italiano speciale, dotato di particolare autonomia, grazie alla riforma entrata in vigore il 3 ottobre 2010 e celebrata ufficialmente con la visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in Campidoglio, in occasione del 140 esimo anniversario della Breccia di Porta Pia.



Sul fronte istituzionale, gli uffici di Comune e Municipi hanno ricevuto nei giorni scorsi la circolare - firmata dall'assessore al patrimonio Alessandra Cattoi e dal direttore della comunicazione capitolina Paolo Guarino - che certifica il nuovo cambiamento di logo. Da utilizzare, tra le altre cose, su carta intestata, segnaletica di sedi e uffici, e altri simboli ufficiali del Campidoglio. «Il simbolo della città - si legge nel documento - continuerà a essere lo scudo coronato, con all'interno la sigla “Spqr”, preceduto dalla parola Roma». Il motivo? L'attributo “Capitale”, secondo la circolare capitolina, sarebbe «pleonastico rispetto alla forza che la sola parola Roma evoca in tutto il mondo». Insomma, «il marchio istituzionale è tornato a essere “Roma” e lo scudo “Spqr” e accompagnerà gli atti e le pratiche, la comunicazione con gli utenti di servizi e con le altre istituzioni». «Non è un'operazione dal contenuto ideologico ma il riconoscimento del nome che per tremila anni ha reso nota la città considerata Caput mundi - aveva spiegato Ignazio Marino alla presentazione del nuovo logo istituzionale - Roma è Roma e non ha bisogno di altri attributi o aggettivi».



TURISMO E CULTURA

Altra storia riguarda il nuovo logo “relazionale”, accompagnato dal claim “Rome & you” inserito all'interno dello scudetto. L'utilizzo della lingua inglese, nel marchio turistico-commerciale della Città eterna, ha sollevato un vespaio di polemiche: dall'Accademia della Crusca a diverse associazioni di cittadini, in tanti hanno definito quantomeno infelice la scelta di una dicitura anglofona nel simbolo che farà da vetrina all'Urbe anche nel campo culturale. Roma, si legge ancora nella circolare dell'assessore Cattoi, «continuerà a proporsi con il suo nome e con i segni identificativi che caratterizzano l'istituzione capitolina: dovendo dialogare con pubblici molto diversi tra loro per cultura, geografia e lingua, impiegherà nei messaggi promozionali il logo relazionale con il claim “Rome & you”, sempre comunque in associazione con la parola Roma, che è a tutti gli effetti il brand».



Contro il nuovo logo relazionale sono state promosse anche alcune manifestazioni di protesta, che sono sfociate anche in contestazioni nell'aula Giulio Cesare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero